DBA group, compie 25 anni la sfida dei fratelli De Bettin

SANTO STEFANO. Da Santo Stefano a San Pietroburgo; da 26.000 euro del 1991 (equivalenti ai circa 52 milioni di lire di allora) ai 42 milioni di euro di fatturato 2015. In 25 anni. Questo il tragitto dalla Dba dei fratelli Francesco, Raffaele, Stefano e Daniele De Bettin. Tutto iniziò il 1 giugno 1991.
«A Santo Stefano costituimmo la De Bettin associati studio di ingegneria», spiegano i fratelli, «partendo dall'attività di geometra di nostro padre Bortolo. Da quel momento ha avuto inizio la nostra storia. Oggi siamo diventati un gruppo indipendente, in grado di muoversi sul mercato nazionale e internazionale nell'ambito di architettura, ingegneria, project & lifecycle management e information & communication technologies».
Dba group è, infatti, una holding di società operative con sedi in Italia, in Russia, in Slovenia, in Montenegro, che si avvale di circa 400 persone e con un valore della produzione che ammonta a 42 milioni di euro. Dal 2011 il Fondo italiano d'investimento è entrato a far parte del capitale sociale di Dba group. E, per festeggiare il 25esimo anniversario, dipendenti, collaboratori, consulenti storici e soci si riuniranno venerdì a Castelbrando (Cison di Valmarino, Treviso) per un incontro che prevede un momento istituzionale, in cui ripercorrere e condividere le principali tappe della storia del gruppo e soprattutto per riflettere sulle prospettive.
«Esplorare, sognare, scoprire sono le parole chiave che abbiamo scelto per questo evento e che racchiudono il senso di 25 anni di attività e delle scelte future», sottolineano i fratelli De Bettin, «tutto è nato dallo studio di papà Bortolo», spiega il presidente Francesco, classe 1961, «dove con i miei fratelli Raffaele (1963), Stefano (1965) e Daniele (1976) abbiamo appreso e sviluppato la passione per il costruire. Con Raffaele ci siamo laureati in ingegneria a Udine, dove poi nel 1993 abbiamo aperto la prima sede fuori dal territorio del Comelico: la DBA servizi per l'ingegneria».
Da quel momento la crescita è stata esponenziale, come dimostrano le cifre: ma in quale modo?
«Il Comelico era troppo stretto per noi quattro professionisti di famiglia ed allora abbiamo cercato altri mercati oltre a quello tipico dei servizi ingegneristici legati all'edilizia, privata e pubblica. La prima commessa importante», ricordano i quattro fratelli, «l'abbiamo avuta nel 1995 nel settore della telefonia mobile, con Omnitel (oggi Vodafone, ndr), che allora rompeva il monopolio in un settore che è diventato strategico in tutto il Paese. Quella esperienza maturata sul campo ci ha consentito poi di diventare fornitori anche di Telecom e poi di Fastweb».
Con quale tipo di servizi?
«La progettazione e la direzione dei lavori per la costruzione delle stazioni radiobase necessarie ad implementare le reti dei gestori telefonici: in pratica dalla ricerca del sito fisico alla progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva; dall'analisi dell'impatto elettromagnetico alla presentazione ed ottenimento dei permessi; dalla direzione lavori al coordinamento sicurezza, alla supervisione del sito stesso. Ma anche gestione e sviluppo del patrimonio immobiliare».
Poi dal 2000 è iniziata la diversificazione, con gli impianti di benzina, predisponendo i servizi di ingegneria per le piazzole di Agip, Total, Erg, Api. Ed anche per Terna, la più grande rete italiana di distribuzione elettricità; e da lì il passo verso le reti della distribuzione organizzata (centri commerciali) e del mondo bancario.
«Ad esempio per la BNL, che fa parte del gruppo francese BNP Paribas, dal 2007 abbiamo progettato e seguito la realizzazione di novanta filiali».
Ma qual è la vostra principale caratteristica?
«Offrire al cliente un servizio completo, che va dalle autorizzazioni, alla progettazione generale ed integrata, alla direzione dei lavori, al controllo. Potendo poi contare, dal 2005, su DBA Lab, società del gruppo in cui si concentrano tutte le nostre attività innovative, le applicazioni ed i software basati sul web. Diciamo che oggi», concludono i fratelli De Bettin, «siamo interessati soprattutto alla parte tecnologica di una infrastruttura:riteniamo che sia qui il futuro».
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