«Dall’anno prossimo un milione in meno a Longarone», Padrin prepara una transizione impegnativa
Il sindaco di Longarone verso la fine del mandato e dei fondi pubblici assegnati per la fusione con Castellavazzo

Il 2022 per Longarone è stato un anno di ripresa con tante sfide all’orizzonte verso un 2023 in cui finirà il ciclo dei fondi post fusione e anche del lungo periodo dell’amministrazione di Roberto Padrin. È lo stesso sindaco a tirare le somme.
Quali sono stati i momenti più critici dell’anno scorso?
«Sicuramente abbiamo preso decisioni difficili come quella di spegnere i lampioni nelle ore notturne. L’abbiamo fatto solo per questioni di risparmio e ci sono state delle lamentele ma poi di fatto tanti altri comuni hanno seguito il nostro esempio. Calcoliamo di aver risparmiato in un anno circa 60 mila euro: fondi che saranno quindi utili alla collettività. Altro problema è la carenza di personale, in particolare gli operai, che è stato uno dei motivi del Natale con meno decorazioni del solito. Anche nel nostro Comune poche persone si presentano ai concorsi pubblici: non sono posti di lavoro così ambiti come in passato e questo crea disagi organizzativi».
I momenti positivi invece?
«È stato un anno di ripresa dopo la fase critica della pandemia in cui la nostra comunità ha dimostrato di essere viva. Sono tornate le grandi e piccole manifestazioni dalla sagre estive ai seimila partecipanti alla pedonata della memoria, passando per tanti eventi in ogni frazione grazie al volontariato. Anche l’attività fieristica è tornata alla grande con numeri di visitatori che non si vedevano da anni, soprattutto per Arredamont e Mig. Ora le fiere sono chiamate ad anni non facili con un necessario rinnovamento ma il nuovo presidente Michele Dal Farra ha la giusta determinazione per affrontare le sfide».
Ci sono novità per l’edilizia scolastica?
«È stato un anno in cui sono arrivati importanti fondi dal Pnnr con oltre 7 milioni per creare la nuova scuola al posto delle attuali medie. Sarà un polo che accorperà elementari e medie. Siamo consapevoli che in questi anni gli studenti saranno smistati in sedi provvisorie in attesa dei lavori ma ne varrà la pena. Ci siamo confrontati con la Sovrintendenza per il mantenimento delle scuole elementari simbolo della ricostruzione del Vajont. Dovremo poi decidere il futuro di questa struttura».
Altre opere pubbliche importanti?
«Due brutti luoghi di Longarone avranno finalmente una sistemazione. Sto parlando di piazza 9 Ottobre che mi fa male vedere nel pessimo stato in cui si trova e poi l’edificio “ex Poste”. Finalmente con in fondi Letta partiranno i cantieri che porteranno alla riqualificazione della piazza e alla demolizione dell’ex Poste per creare una nuova area con bagni pubblici, belvedere e parcheggio corriere».
C’è poi il nodo viabilità.
«Sull’Alemagna nel Longaronese mancano pochi dei lavori previsti dal piano Anas ovvero i ponti a Castellavazzo e la definitiva sistemazione di via Uberti: tutto dovrebbe finire nel 2023 e al momento non ci sono notizie di deviazioni o chiusure al traffico come si ipotizzava l’anno scorso. A febbraio, con la conferenza dei servizi, si aprirà poi la partita della variante con l’appalto da avviarsi entro l’anno. Ci vorrà ovviamente ancora tempo prima di vedere i cantieri, non sarà sicuramente completata tutta entro le Olimpiadi del 2026, ma finalmente ci siamo».
Il 2023 è anche il 60° anniversario del Vajont.
«Sarà un anno ricco di eventi di alto livello con il gradito ritorno della visita del presidente della Repubblica ma non solo. Entro poche settimane chiuderemo il calendario delle manifestazioni con i vari partner, tra cui è stata la novità di aver incluso ufficialmente anche il Comune di Ponte. Parole d’ordine sono la memoria ma anche lo sguardo al futuro per passare il testimone ai giovani».
Il 2023 sarà anche l’ultimo con i contributi della fusione con Castellavazzo.
«I longaronesi hanno vissuto per anni in una condizione di grandi vantaggi con notevoli benefici di cui alcuni non si sono resi pienamente conto: tasse invariate mantenute sempre al minimo e risorse extra per progetti e servizi. Tutte opportunità che gran parte degli altri Comuni non hanno avuto. Dal 2024 avremmo circa un milione in meno di trasferimenti all’anno e questo porterà delle scelte anche dolorose e impattanti per la vita dei cittadini, in primis l’aumento delle tasse locali e riduzione di alcuni contributi per sociale, commercio e volontariato. Questa purtroppo sarà l’eredità per la prossima amministrazione ma noi intanto siamo stati oculati e abbiamo già iniziato a varare sin da ora manovre di risparmio e contenimento della spesa».
I ringraziamenti finali?
«Grazie ai nostri uffici dove c’è un forte spirito di squadra dimostrato anche con occasioni di svago e volontariato tra i dipendenti, con la cura del verde e i lavori di sistemazione della biblioteca, solo per citare alcuni momenti condivisi. È un orgoglio avere questa organizzazione. Poi ovviamente un grazie ai miei consiglieri e assessori che si sono impegnati in tutti fronti dal sociale, turismo, bilancio, ambiente, cultura, manutenzioni, giovani e tanto altro. Ho visto tanta coesione e questa compagine dovrà iniziare pensare al mio successore visto che in primavera 2024 finirà la mia lunga esperienza di primo cittadino».
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