Dal Polo Nord al Nevegal per coltivare piante officinali

C’è anche l’ex impiegata che ha voluto impiantare un vigneto a Lentiai e la laureata in scienze politiche che sogna di realizzare un agricampeggio

BELLUNO. Dalla laureata in scienze politiche alla biologa finita a monitorare i ghiacciai al Polo nord, dall’ex segretaria amministrativa alla diplomata scientifica: sono le donne la vera novità dell’agricoltura bellunese. E sono anche le imprenditrici che partono con le idee più chiare e, perché no, anche più ambiziose. Al corso per i nuovi insediamenti organizzati dalla Coldiretti all’interno del Piano di sviluppo rurale, di allieve ce ne sono 12.

Chiara Buzzetto, 38 anni di Sappada, laureata in scienze politiche ha lavorato prima nell’agriturismo del fratello e poi nel ristorante del marito “La Baita Sonnenalm o Rifugio del sole”, ma ora coltiva un progetto tutto suo che lei stessa definisce «ambizioso»: «Voglio aprire un’azienda agricola sui terreni di famiglia per coltivare ortaggi e trasformare il ristorante in agriturismo per avviare un agricampeggio, attività turistica itinerante. Noi vorremo offrire un pacchetto completo ai nostri clienti: non solo prodotti appena raccolti, ma anche lo spazio dove campeggiare. E più avanti realizzare un “agrispa”, un centro benessere agricolo, con bagni di fieno e magari una casetta bio con un’estetista. Insomma, l’intento è quello di offrire il maggior numero di servizi ai turisti», dice Buzzetto.

Una storia completamente diversa è quella di Chiara Perotto di Lentiai, 38 anni, sposata con due figli. Dopo 14 anni come impiegata, «soffrendo perché non avevo soddisfazioni», racconta, «nel 2008 ho deciso insieme al mio compagno di avviare un vigneto sperimentale con l’aiuto di Veneto Agricoltura. All’inizio lo abbiamo dato in gestione, poi nel 2014 ce lo siamo ripreso aderendo così al Piano di sviluppo rurale». Attualmente nel vigneto in località Colderù nell’azienda agricola Pian di Colle viene coltivato Pinot nero e incrocio Manzoni bianco su 1.5 ettari, ma l’obiettivo è arrivare a due ettari.

«Produciamo e vinifichiamo all’azienda feltrina De Bacco, ma poi rivendiamo il vino. Sto all’aria aperta, la qualità della mia vita è notevolmente migliorata rispetto a prima, posso dedicare più tempo alla famiglia e ai figli», dice Perotto che aggiunge: «Vorrei creare una viticoltura sinergica nel rispetto della natura senza l’utilizzo di fitofarmaci».

Particolare anche la storia di Luisa Poto, 32 anni di Belluno, che dai monitoraggi dei ghiacciai al Polo nord e sul monte Bianco come ricercatrice universitaria, ora aprirà un’impresa agricola in Nevegal per coltivare erbe officinali. «Finito il dottorato non volevo lasciare questa provincia, ma il territorio non offre molte opportunità, così ho deciso di mettere a frutto le mie conoscenze botaniche per aprire un’azienda in Nevegal, posto che adoro. Col mio compagno ristruttureremo un rudere in località Le Ronce che diventerà il laboratorio dove faremo essicare le piante; e un secondo immobile diventerà il deposito. Aggiungeremo la coltivazione dei noccioli da trasformare in altri prodotti». (p.d.a.)

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