Cuori solitari a tavola per cercare l’anima gemella
Alla cena dei single al Moro di Mel: una sessantina di ospiti, al petto un numero per indirizzare e firmare bigliettini

Cuori a rimorchio. Stracarichi di gioia di vivere e simpatia. Talmente pieni di vibrazioni positive che ci voleva qualcuno con cui condividere una serata allegra e senza pensieri: scopo fidanzamento, convivenza o addirittura matrimonio. Non sarebbe la prima volta che capita ed è molto più gustoso incontrarsi a tavola piuttosto che su Facebook o sui siti specializzati. Sessanta bellunesi, o giù di lì (ma non solo indigeni), si sono dati il primo appuntamento al buio per la “Serata dei single in tour”, all’albergo ristorante al Moro di Mel. Quello che è stato il regno gastronomico dell’indimenticabile Silvio Rui e adesso lo è delle figlie Roberta e Luciana. Un’idea stuzzicante dell’imprenditore romagnolo Celestino Costa, che le prova tutte per risvegliare le farfalle nello stomaco, meglio ancora se baciate da un menù adeguato all’occasione e da un vinello rosso di quello buono.
Profumo di pieghe o permanenti fresche di salone, trousse del trucco usate con sapienza e precisione e vestiario a piacere per le donne. C’è chi azzarda uno spacco da vertigini o un tubino leopardato, ma in giro ci sono anche guardaroba molto materni. Tacco moderato con brio, perché con i trampoli non è facile scatenarsi nelle danze. Barbe rasate di fresco con contorno di after shave il più possibile afrodisiaco, sguardi di contrabbando pronti all’uso e caramelle alla menta per domare l’alito discutibile per gli uomini. L’abbigliamento è, per lo più, sportivo: bastano una camicia o una polo e una scarpa comoda o ginnica per lo stesso motivo di cui sopra.
Tre tavolate imbandite, con i corteggiatori da una parte e le corteggiatrici dall’altra. La carta d’identità è un numero e, a portata di mano, ci sono penna e bigliettini, nei quali scrivere un messaggio, più o meno romantico da far recapitare alla fortunata o al fortunato, grazie ai postini dell’organizzazione. Speed dating lo chiamano quelli che ne capiscono. Tra le ragazze, la numero 3 è gettonata come un juke box, fin dalla lasagna agli asparagi e dal risotto all’ortica e formaggio Piave oro. È una bella alpagota di nome Silvia, con un vestito color fucsia, che nell’intervista rompighiaccio inaugura quello che sarà uno dei tormentoni della serata: mi piacciono gli uomini (o le donne) «sinceri». I ragazzi sono un po’ meno cercati, come succede da che mondo è mondo, nel gioco delle coppie. C’è anche chi si è portato il suo migliore amico: il labrador Franz, un cucciolone di due anni e mezzo, che è il più bello della serata. Non c’è niente da discutere.
Aspettando l’arrosto con patate in tinta e verdure, si spengono le luci e si rimane a lume di candela, quando al microfono Celestino infila uno dopo l’altro “Che sarà” di Nicola Di Bari e “My way” di Frank Sinatra. Non è proprio lo stesso spartito e capita che la voce zoppichi, però è senz’altro da apprezzare la buona volontà. Ma per far scaldare la pista, ci vogliono i successoni discografici, soprattutto degli anni Ottanta e, per convincere, i più pigri a darsi una scarica di adrenalina, serve “Fiki fiki” di Gianni Drudi con la minaccia che chi non balla starà in quaresima per almeno quattro mesi. Tanti: insopportabili. È al ritmo di musica che ci sono gli incontri più intriganti. E il massimo arriva, quando tre dame escono improvvisamente dalla toilette con la gonna più adatta e si esibiscono in uno scatenato can-can.
Ecco anche il dolce ai frutti di bosco e le conversazioni si fanno sempre più approfondite. Si scopre che ci sono anche madri e padri di famiglia, che fanno i lavori più diversi e stanno solo cercando un po’ di salutare compagnia. Intanto, l’uomo con il numero 126 non ha ricevuto alcun bigliettino. Neanche per scherzo: single impenitente era e single è rimasto, anche dopo il caffè amaro. Ma sarà senz’altro per la prossima serata: ritenta e sarai più fortunato.
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