Cuoca hard, confermate le minacce al cameriere
AGORDINO. La madrina del Brenta. «I miei figli sono parenti di Felice Maniero» ha detto la cuoca veneziana L.F. ad un cameriere brasiliano, minacciandolo di morte. I due lavoravano in un ristorante dell’Agordino e l’uomo l’ha portata davanti al giudice di pace per ingiurie, minacce e lesioni e di fronte al tribunale per violenza sessuale, calunnia e diffamazione su internet. È il momento del primo processo, mentre il secondo comincerà a giugno.
La donna è difesa dall’avvocato Resenterra e ieri mattina non si è vista nell’auletta di via Tasso. Il giudice di pace Parrocco e il pubblico ministero Rossi hanno iniziato l’udienza, ascoltando il datore di lavoro dei due. L’uomo ha confermato che la donna era focosa e intraprendente, lui l’ha definita «barocca» e il cameriere non ci stava. Non ci pensava proprio, anche se non sono mancati palpeggiamenti e apprezzamenti anche pesanti. La situazione sarebbe degenerata, quando lui le ha tolto l’amicizia su Facebook. Sono piovute le ingiurie, che peraltro sono appena state depenalizzate, ma soprattutto le minacce. La vittima, arrivata per l’occasione da Milano, ricorda frasi preoccupanti come «il padre dei miei figli è un parente del boss della Mala del Brenta», «ti faccio sparire la macchina, perché in un’ora sono qui i miei amici di Padova: uomo avvisato, mezzo salvato», «io sono razzista al 100 per cento, se ci fosse il Duce, ve coparìa tutti, ti butto il coltello in gola». Naturale il suo spavento, mentre non ha dato chissà quanto peso alle molestie a sfondo sessuale: le ha considerate quasi come uno scherzo.
Ma ci sarebbe anche un’imputazione di percosse: una stretta al braccio sinistro, che ha provocato all’uomo un certo dolore, oltre che un graffio superficiale. Rinvio all’udienza dell’11 luglio, quando sarà ascoltato uno dei carabinieri che in una sera particolarmente animata sono intervenuti, per riportare la calma. (g.s.)
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