Crepe nella chiesa di Marziai «Ci sono da tempo, è sicura»

Il parroco rassicura i parrocchiani preoccupati dopo le scosse di terremoto «Segni presenti da anni l’edificio è a posto»
Dante Damin

QUERO VAS

C’è un po’ di preoccupazione a Marziai per la chiesa del paese, dopo le scosse di terremoto dei giorni, per le crepe all’interno dell’edificio sacro. Un quadro è oltretutto caduto a terra, spargendo i vetri sul pavimento. Il parroco don Luca Martorel però rassicura tutti, affermando che non ci sono problemi e che la struttura è sicura.

«Quelle crepe c’erano già prima», spiega don Martorel, «e l’edificio non corre alcun pericolo. Abbiamo svolto le opportune verifiche e sopralluoghi, per cui confermo che sono le stesse già presenti. La chiesa era stata oltretutto messa in sicurezza circa due anni fa e quindi non si è registrato nulla di nuovo, per fortuna».

Il sisma sembra non aver dunque avuto conseguenze. «No, non lo ha fatto, anche perché la caduta del quadro della Via crucis è dovuta ad un chiodino mezzo rotto», sottolinea il parroco, «il quale si è semplicemente sfilato, facendo finire il quadro in frantumi. Niente di che. È vero che appena entrati si possono notare diverse crepe sulle pareti interne della chiesa, ma in realtà si tratta di segni che sono lì presenti da anni, penso anche da prima che io arrivassi nella parrocchia. Ad ogni modo quelle crepe sono state dichiarate non pericolose ai fini della sicurezza. Non ci sono differenze o variazioni rispetto ai segni del passato, per cui posso rassicurare anche chi ha paura che il terremoto possa aver minato le varie parti della struttura: non vi è alcun pericolo». La chiesa, dunque, rimarrà come sempre agibile.

Sul piano della manutenzione esterna, intanto, non ci sono interventi in programma. «Avevamo pensato di sistemare la chiesa di Marziai già qualche anno fa, ridipingendola» conclude il parroco, «ma ci mancano le risorse. Non essendo una struttura di interesse artistico con particolari affreschi di rilievo, per la Soprintendenza si può attendere. Se si vuole fare qualcosa bisognerebbe eventualmente agire utilizzando risorse proprie, di cui al momento però la parrocchia non dispone». —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi