CortinaBanca, 125 anni e uno sguardo sul futuro

«Internet, l’andamento dell’economia ed in particolare quello dei tassi di interesse hanno cambiato radicalmente il modo di fare banca in questi ultimi anni. Ma noi», spiega il presidente Alberto Lancedelli, «siamo banca del territorio, non perdiamo la nostra identità, ci teniamo al contatto con le persone, vogliamo che il cliente venga in filiale. Anche se effettivamente l’operatività su internet rende la vita più comoda al cliente e diminuisce i costi per la banca».
La Cassa Rurale e Artigiana di Cortina e delle Dolomiti, allo scoccare del 125° anno dalla fondazione, ha anche cambiato nome, in CortinaBanca, richiamando in questo modo l’attenzione proprio sulle origini, ma proiettandosi anche nel futuro, se è vero che, fra Mondiali 2021 e Olimpiadi 2026, questa diventerà senza ombra di dubbio l’area più interessante dell’intero Paese.
«Ma la nostra banca non cambia la sua natura e la sua missione», prosegue Lancedelli, «che è quella di soddisfare al meglio i bisogni di numerose comunità, associate fra loro da peculiarità territoriali, ambientali e culturali analoghe, per le quali il turismo rappresenta la risorsa preminente e da coltivare e dove siamo presenti con i nostri nove sportelli».
Infatti, partita da Cortina il 25 luglio 1894, per opera del cappellano don Alfonso Videsott e di 35 contadini ed artigiani, che fondarono la “Società di Casse di prestiti e di risparmio per Ampezzo” , oggi la banca, con sede in corso Italia 80 e diretta da Roberto Lacedelli, è presente anche a San Vito, Rocca Pietore, Alleghe, Pian da Lago (zona artigianale di Cortina), Pecol di Zoldo Alto, Pieve di Cadore, Ponte nelle Alpi e Belluno.
Partiamo dai numeri, che ovviamente per una banca contano...
«Al 30 giugno scorso avevamo una raccolta diretta verso clientela pari a 392 milioni di euro (+4, 22% rispetto al 31. 12. 2018, ndr); crediti verso clientela a 295 milioni di euro (+6, 39%); sofferenze lorde su impieghi al 3, 5%; un capitale di 64, 2 milioni di euro ed un utile di 1. 291. 832 euro; 70 dipendenti; oltre 2. 600 soci; 12. 000 conti correnti».
E come va l’operatività all’interno del nuovo gruppo Cassa centrale Banca a cui avete deciso di aderire dopo la riforma delle Bcc?
«Siamo soddisfatti perché proprio la bontà del nostro bilancio ci consente di avere la massima autonomia operativa rispetto alla capogruppo, come le banche maggiormente virtuose».
Perché fra i due gruppi che si sono formati dopo la riforma delle Bcc, Iccrea e Cassa Centrale, avete scelto quest’ultimo?
«Perché era più vicino alle nostre esigenze. Inoltre ci servivamo da Cassa Centrale per servizi e prodotti da offrire alla clientela, come assicurazioni, monetica e carte di credito, oltre al sistema informatico Phoenix, che condividevamo; e così non abbiamo dovuto cambiare nulla».
Lei è presidente da 8 anni: come valuta questa esperienza?
«Devo dire che non amavo molto le banche, prima, e non ne sapevo granché quando l’allora presidente, il compianto Luciano Bernardi, mi chiamò nel 2008 a far parte del Consiglio di amministrazione. Mi candidai senza avere nemmeno alcuna certezza che sarei stato votato, ed invece eccomi qui. Ho scoperto un mondo nuovo e fondamentale per un territorio; mi sono reso conto di quante siano le persone che si rivolgono alla banca per chiedere un prestito; ed anche di quanto sia importante mantenere un rapporto chiaro e leale, secondo le direttive imposte dalla Vigilanza».
Classe 1966, ingegnere impegnato con il suo studio nella Direzione di esercizio per impianti a fune a Cortina, Alberto Lancedelli è presidente della banca dal 2011. E annuncia che il prossimo anno, in sede di rinnovo delle cariche e quando sarà allo scadere del suo terzo mandato, non si ricandiderà.
«È giusto dare spazio ad altri, mettere a frutto diverse competenze».
Come vanno i rapporti con i soci?
«Molto positivi, c’è sempre grande partecipazione alle nostre iniziative. La banca è parte integrante di Cortina ed ha saputo svilupparsi bene sul territorio con l’apertura delle altre filiali. Inoltre siamo l’unica banca con sede nella provincia di Belluno».
Perché allora il cambio di nome?
«Quello precedente era un po’ troppo lungo, c’era bisogno di una sintesi. Che non vuol dire, ovviamente, minore attenzione per gli altri territori, anzi; ma prima valorizzare pienamente la fama e l’immagine di Cortina».
Mondiali 2021 e Olimpiadi 2026: Cortina si sta finalmente risvegliando?
«Direi proprio di sì e dal nostro particolare osservatorio della banca possiamo confermare che c’è una certa ripresa, ad esempio, nel campo immobiliare, anche se i prezzi restano bassi rispetto al 2008, inizio della crisi economia internazionale. Sono molti gli alberghi che vengono ristrutturati, nuove piste da sci, nuovi impianti. Insomma, tante cose si stanno muovendo».
Soddisfatto?
«È innegabile che stia migliorando l’offerta ricettiva, con molti cantieri aperti, ed anche quella turistica legata alla neve, dagli impianti alle piste. Resta il nodo tuttora irrisolto dei collegamenti e dei parcheggi, che va affrontato credo con una maggiore incisività; perché da questo dipende buona parte dello sviluppo futuro». —
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