Cortina, salvi i posti di lavoro e i reparti del Codivilla

La Commissione ha approvato con prescrizioni la delibera della giunta. Tra le ipotesi per la fase transitoria anche la presenza dell’Oras di Motta
Stefano Da Rin Puppel-Gian Paolo Perona-Cortina d'Ampezzo-Istituto Codivilla Putti-Il Putti
Stefano Da Rin Puppel-Gian Paolo Perona-Cortina d'Ampezzo-Istituto Codivilla Putti-Il Putti

CORTINA. Il Codivilla Putti non chiude. Anzi, con l’apertura di nuovi 20 posti letto, diventerà un ospedale come gli altri. O quasi. Una cittadella della salute, come vedremo. Tale da attirare, con il bando di gara europeo, anche fondi stranieri pronti ad investire.

La quinta Commissione del Consiglio regionale, che si occupa di sanità, ha dato il via libera - all’unanimità, dopo 3 ore di serrato confronto a Palazzo Ferro Fini - alla delibera della Giunta regionale sul futuro dell’ospedale ampezzano. L’okay, però, è stato accompagnato da alcune prescrizioni suggerite alla Giunta, che può chiudere la sperimentazione il 29 aprile ma assicurando la continuità dell’Istituto già dal primo maggio, in attesa che arrivi il privato accreditato. Tra le più importanti raccomandazioni c’è lo stralcio del punto 4 della delibera regionale in cui era previsto che dal 30 aprile restassero solo un punto di pronto intervento e i poliambulatori. E quindi si faranno ancora i ricoveri a carico a carico del servizio sanitario nazionale.

Petizione: salviamo le eccellenze dell'ospedale Codivilla
Cortina, 18 settembre 2008. L'istituto sanitario Codivilla Putti

La fase di transizione. La raccomandazione della Commissione regionale è che la Giunta Zaia provveda, «nei modi più opportuni», ad assicurare la gestione temporanea dell’ospedale. «Non abbiamo dato indicazioni precise alla Giunta - fanno sapere Franco Gidoni della Lega Nord e Claudio Sinigaglia del Pd - ma in Commissione abbiamo suggerito delle ipotesi».

La prima è che sia l’Usl 1 a farsi carico della transizione. Già 35 dipendenti sono suoi. Dovrebbe accollarsi, a tempo determinato (come anche in commissione è stato convenuto), i 115-120 assunti dal socio privato, la Giomi. Il costo, solo del personale, sarebbe di circa 5 milioni. «È evidente - condividono ancora i due consiglieri regionali - che l’azienda sanitaria provinciale non ha risorse da poter impegnare, ne uscirebbe dissanguata». Quindi? «I soldi li deve mettere la Regione». In questi giorni sta maturando un’altra ipotesi. È l’Oras di Motta di Livenza.

Il modello Motta di Livenza per l'ospedale Codivilla

L’Oras di Motta. L’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza (Oras Spa) è nato nel gennaio 2004 con lo stesso modello di sperimentazione pubblico - privato di Cortina.

Ma il modello sperimentale del Codivilla è stato bocciato dagli ispettori, mentre l’Oras ha proseguito la sua attività.

Qualche tempo fa però il socio privato è uscito ed ora l’Oras è una società solo pubblica (con l’Usl di Treviso al 99% e il Comune di Motta all’1%). All’Oras, è stato ventilato ieri, potrebbe essere affidata la gestione a tempo del Codivilla Putti, subentrando di fatto alla Giomi.

Se così accadesse, l’Oras dovrebbe assumere i 115 dipendenti della società Codivilla spa (hanno lo stesso tipo di contratto della società trevigiana) e l’Usl confermerebbe gli altri 35. Ma di nuovo c’è la Medicina, con 20 posti letto. La Commissione ieri ha chiesto a Zaia che il reparto venga attivato da subito.

Gestione mista. È possibile che l’Oras di Motta si accolli la conduzione di tutta la struttura? Potrebbe accadere, ma forse è problematico. Ecco, dunque, che - parliamo sempre della fase transitoria - la Regione si affiderebbe ad una gestione mista, Usl-Oras. L’azienda sanitaria si farebbe carico del Primo Intervento e dell’area poliambulatoriale. E evidentemente della nuova Medicina. La traumatologia, l’ortopedia, la riabilitazione, le cure dell’osteomielite verrebbero assunte da Motta di Livenza, che in questi anni si è oltremodo qualificato come centro riabilitativo, seppur in settori un po’ diversi da quello di Cortina. Il centro di Motta è diventato negli anni uno dei poli riabilitativi più importanti d’Italia.

Deciderà la Giunta che cosa accadrà. E lo dovrà fare in fretta, considerata l’ormai prossima scadenza del 29 aprile. Domenico Mantoan, direttore generale della sanità, era presente alla seduta di ieri della Commissione ed ha preso buona nota.

Bando di gara. Il bando di gara europea per affidare il Codivilla Putti al privato accreditato non è stato ancora avviato nella sua fase preparatoria. L’urgenza è quella di definire che cosa succederà dal 30 aprile. Ma la Commissione Sanità ha raccomandato espressamente alla Giunta Zaia di poter approfondire le linee guida del bando. Il confronto non mancherà, considerata la condivisione di ieri fra tutte le parti politiche. Ed ecco una novità da mettere in conto. Anzi, due.

La prima: se la gestione transitoria dovesse riscontrare l’auspicato successo, non è detto che la Regione non possa decidere di continuarla in via definitiva.

«Il piano sanitario scade nel 2018 e non costerebbe nulla modificarlo» anticipa Gidoni. La seconda: la Giomi avrà la possibilità di partecipare al bando. E in questa prospettiva si gioca il nodo oggi più serio, cioè la trattativa tra la Spa e la Regione per quel 49% di quote che il privato detiene. La preoccupazione, manifestata ieri a margine della Commissione, è che possa esplodere un conflitto giudiziario tra le parti e che, invece, si trovi una mediazione soddisfacente.

Pronto soccorso e sala operatoria. Certo, la partita dev’essere giocata in modo tale da garantire ben prima dei Mondiali di sci a Cortina il pieno rilancio operativo del Codivilla Putti. Tutto quanto c’è e, di più, la medicina. Ma anche dell’altro. Ieri la Regione è stata sollecitata a presentare il progetto del nuovo pronto soccorso, perché quello che c'è è improponibile alla platea dei Mondiali. Altra raccomandazione: lo studio progettuale della seconda sala operatoria, per non creare problemi nel caso di interventi programmati; di fronte ad un’emergenza, con un solo apparato, i tempi salterebbero. Un terzo sollecito: sistemare l’ala dell’ospedale dove sarà ricollocato il distretto sanitario. Ma un ospedale così rinnovato, non sarà destinato a fare concorrenza agli altri presidi della Provincia, ed in particolare di Pieve di Cadore? «Se la concorrenza è gestita positivamente, non può essere che salutare», commenta Gidoni.

Condivisione. La seduta della Commissione è continuata per 3 ore, a dimostrazione che si è trattato di una discussione vivace, ancorchè molto approfondita. È prevalsa la condivisione. E, per la verità, senza mal di pancia di nessuno. Hanno tirato un po’ le fila Gidoni e Sinigaglia, preoccupati di dare una risposta positiva alle attese della popolazione. I rapporti tra i due sono ottimi e questa collaborazione ha orientato, di fatto, anche il dibattito.

«Il collega Gidoni, pur appartenendo alla maggioranza, ha riconosciuto alcuni limiti della delibera di giunta - racconta Sinigaglia - Noi dell’opposizione abbiamo compiuto un passo avanti, raccogliendo le assicurazioni date dal presidente Zaia e dall’assessore Coletto. E così ci siamo incontrati senza particolari difficoltà. A partire proprio dal brogliaccio portato da Franco».

«È indubbio che il clima creatosi in Commissione - intuisce Gidoni - sarà un presupposto, anche in futuro, per migliorare ulteriormente la proposta. E per fare del Codivilla Putti un ospedale di qualità».

Massaro. Il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, ha invitato un proprio documento, anche nella sua veste di presidente della conferenza dei sindaci. Massaro ha evidenziato alcune criticità della delibera di Giunta. «Con le nostre raccomandazioni - afferma Gidoni - abbiamo risposto anche ai punti interrogativi del sindaco. Un contributo, il suo, che abbiamo apprezzato. Però sarebbe stato meglio che Massaro, o qualche altro sindaco bellunese al suo posto, si fosse presentato a Venezia per sostenere l’interesse degli ampezzani e della provincia».

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