Cortina, duecento candidature per il ruolo di sacrestano

CORTINA D’AMPEZZO. Fino all’altro giorno erano 95 contate. Ora sono più o meno raddoppiate. Poco meno di duecento. «Non sarà facile scegliere», ammettono dalla parrocchia di Cortina, dove il Consiglio per gli affari economici dovrà decidere chi, nei prossimi anni, si occuperà della Basilica minore dei santi Filippo e Giacomo. «Non ho più avuto il tempo di contarle tutte di preciso, ma siamo a poco meno di 200 candidature per un posto da sacrestano», racconta il parroco don Ivano Brambilla.
Le domande di lavoro sono arrivate principalmente via mail. «La maggior parte dal Veneto, dalla zona di Cortina e dal Cadore, ma anche dal resto d’Italia, dalla Sicilia alla Valtellina. Alcune sono già riuscito a leggerle, si vede chiaramente che c’è chi ha una vocazione per questo mestiere. Altri sono in cerca di un lavoro per mantenere la famiglia, lo scrivono apertamente».
C’è il ventenne fresco di laurea e il sessantenne a cui probabilmente mancano pochi anni per andare in pensione. C’è chi fa il volontario nella parrocchia vicino a casa e chi non entra in chiesa da mesi. Quasi tutti maschi, una manciata di donne. Qualche straniero. Dall’Est Europa e dall’Africa centrale, migranti che però da anni vivono in Italia. «Come parrocchia potremo assumere una sola persona, un solo sacrestano», riflette il parroco don Ivano. «Per rispetto leggeremo tutti i curricula che ci sono arrivati, ma voglio dire che non ne accettiamo altri, già così sarà difficile fare una scelta».
Dopo la prima scrematura arriveranno i colloqui, anche in remoto. «Per fine febbraio dovremo farcela». A fine febbraio quindi la parrocchia dovrebbe avere il suo nuovo sacrestano. Va detto che a Cortina nessuno si aspettava una risposta simile dopo che, un mese fa, è stato pubblicato l’avviso di ricerca sul foglio parrocchiale. Annuncio ripreso e diffuso online per un posto di lavoro nella perla delle Dolomiti, vitto e alloggio compresi, tredicesima e quattordicesima.
Fino ad ora e per mezzo secolo a prendersi cura della chiesa è stata la famiglia Suani, originario della val Badia, prima Corrado e poi il figlio Giovanni. Corrado è stato sacrestano per 38 anni, prima dipendente del Comune – c’era un accordo tra il comune e la parrocchia – e poi direttamente della parrocchia. «Credo che molti siano attratti dalla garanzia di vitto e alloggio, ma non sanno nulla del lavoro che li aspetta», riflette Corrado, «ci vuole tanta passione e non è tutto facile».
Oltre alla parte liturgica, che è la più bella, c’è anche tutta la parte della pulizia, del mantenimento della chiesa. «Ad esempio bisogna spalare la neve, è anche un lavoro duro. Per me molto bello ma impegnativo». Dal 2001 a occuparsi della chiesa è stato Giovanni, figlio di Corrado, che però ora ha deciso di cambiare vita. Lasciando aperta quindi la porta per l’ingresso di un nuovo sacrestano. —
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