Cortina, Colle Santa Lucia e Livinallongo: un nuovo capitolo per l’identità ladina

I tre Comuni si riuniscono per approvare lo statuto dell’Istituto culturale ladino Cesa de Jan. Al centro, la tutela dell’identità ladina e la collaborazione transfrontaliera: ecco perché non si può parlare di una secessione

Francesco Dal Mas
Un raduno dei Ladini del Sella
Un raduno dei Ladini del Sella

Giovedì prossimo i tre consigli comunali di Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia e Livinallongo del Col di Lana si riuniranno insieme, nella sede municipale di Cortina, per approvare il nuovo statuto dell’Istituto culturale ladino Cesa de Jan di Colle Santa Lucia, cui fa capo Federazione dei ladins de Souramont fra le tre Unioni ladine di Anpezo, Col e Fodom.

Una nuova organizzazione

Una organizzazione del tutto nuova dopo la separazione dei ladini storici dalla federazione ladina del Veneto. È prevista la costituzione di una Fondazione per gestire, nel rispetto delle norme più recenti, le relazioni tra realtà privatistiche e pubbliche che si troveranno a collaborare.

Sono le prove tecniche di una possibile secessione dal Veneto per il ritorno nell’Alto Adige? I sindaci smentiscono, ma Elsa Zardini, storica esponente dell’Union de i Ladis de Anpezo dice che «non posso nascondere la mia identità, che non è veneta, e che la storia della nostra comunità non stanno con Venezia».

Secessione, quindi? «Semmai», afferma Zardini, «ritorno in patria. Ma sono consapevole che il percorso sarà lungo».

Spinta secessionista

Lo dicevano anche i sappadini che poi, in pochi anni, sono rientrati in Friuli. Sta di fatto che al consiglio comunale unitario – il primo dopo quello del 2016 – parteciperà anche un dirigente dell’Euroregio Trentino Alto Adige Sud Tirolo, della quale fanno già parte i tre Comuni ladini.

E, d’altra parte, nella delibera con cui ciascuna delle tre assemblee municipali ha approvato nei mesi scorsi la costituzione della Federazione autonoma, si conferma «l’appartenenza delle tre comunità ladine di Anpezo, Col e Fodom alla Ladinia brissino-tirolese».

Ovvero ai territori dei Comuni facenti parte della Lia di Comuns Ladins e culturalmente riuniti nella Union Generela di Ladins dla Dolomites.

Vestito tradizionale
Vestito tradizionale

Con il nuovo atto si cementano comunque i rapporti fra le tre comunità e le istituzioni che le rappresentano.

E l’Istitut cultural ladin Cesa de Jan, dunque, non si pone solo come strumento operativo per lo sviluppo dei progetti finanziati con la legge 482/1999, di cui sono stati celebrati proprio l’altro ieri a Roma i primi 25 anni alla presenza, fra gli altri, di Denni Dorigo, l’anima dell’Istituto.

Ma, olltre ad essere riconosciuto formalmente dalla Provincia quale istituto provinciale deputato alla valorizzazione della cultura ladina, oltre ad aver ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica da parte delle Regione, opera nell’ambito della complessiva promozione, tutela e valorizzazione dell’identità culturale e linguistica delle popolazioni di Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia e Livinallongo del Col di Lana collaborando con le altre istituzioni pubbliche e private.

Appartenenza riconosciuta

Nel 2018 la Regione Trentino Alto Adige/Südtirol ha riconosciuto ai tre Comuni l’appartenenza alla minoranza ladina dolomitica, specificando che «la Regione promuove la collaborazione transfrontaliera e interregionale, nonché quella intercomunale, inclusi i comuni con i quali condivide legami storici e linguistici, con particolare riferimento ai Comuni di Cortina d’Ampezzo-Anpezo, Livinallongo del Col di Lana-Fodom, Colle Santa Lucia-Col».

E già nel 2014 veniva sancita l’appartenenza all’Euregio «in virtù del legame storico e di appartenenza al Tirolo ex asburgico».

Il tema del ritorno all’Alto Adige al centro del referendum del 2007 è stato sollevato nei giorni scorsi dal sindaco di Livinallongo Oscar Nagler, che ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con oggetto “Richiesta di intervento per la tutela della comunità minoritaria ladina di Livinallongo del Col di Lana nella Regione Veneto”.

La protesta di Livinallongo

Il sindaco Oscar Nagler e il vice sindaco Gabriele Delmonego, appena eletti nel giugno scorso, sono scesi in campo per la vicenda dei finanziamenti della Regione ai vigili del fuoco volontari. Finanziamenti che vedevano esclusi dal bando (poi modificato dalla giunta regionale) i distaccamenti agordini, in quanto già sovvenzionati con risorse del Fondi d Comuni Confinanti.

«Questa situazione rappresenta l’ultimo di una serie di provvedimenti che evidenziano la scarsa considerazione della Regione Veneto nei nostri confronti», era stata la constatazione dell’amministrazione di Livinallongo.

Ed è quindi ritornata a galla l’antica questione della riammissione all’Alto Adige, con la prima richiesta che data ancora nel mese di luglio 1947. E poi nel 1973, quindi al 1977.

Per arrivare al 2007 quando Colle Santa Lucia, Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana, Comuni ladini di Souramont, indissero il referendum popolare il cui esito favorevole con l’86, 43% chiedeva il passaggio dalla Regione Veneto alla Regione autonoma Trentino Alto Adige, con la volontà di garantire un’effettiva tutela dei diritti della minoranza ladina. «Ma», precisa il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi, «il 19 dicembre ci si limita a prendere atto del nuovo statuto».

E il suo collega Oscar Nagler di Livinallongo rimarca: «Nessuna volontà secessionistica».

Però a Cortina c’è chi solleva l’opportunità di affrontare temi così “intriganti” nell’imminenza di un appuntamento con le Olimpiadi che richiede il massimo di unità, anzitutto tra Cortina e il Veneto.

 

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