Cortina: cartelle gonfiate all'ospedale Codivilla, a giudizio i 13 imputati

Il gup Cozzarini accoglie la richiesta della pubblica accusa
L’ingresso dell’ospedale Codivilla, a Cortina
L’ingresso dell’ospedale Codivilla, a Cortina
CORTINA.
Tutti rinviati a giudizio i tredici imputati coinvolti nell'inchiesta della procura della Repubblica di Belluno sulle presunte "cartelle gonfiate" dell'ospedale cortinese Codivilla. Lo ha deciso il giudice delle udienze preliminari Giorgio Cozzarini, al termine di un'udienza combattuta nel corso della quale la difesa Paniz ha presentato una consulenza di parte, affidata ad un esperto, che sosteneva l'insussistenza delle accuse. I difensori degli imputati, gli avvocati Paolo Patelmo, Maurizio Paniz, Anna Casciarri e Matteo Fiori, hanno chiesto il proscioglimento degli imputati mentre il pubblico ministero Antonio Bianco il loro rinvio a giudizio. Una richiesta, quest'ultima, accolta dal gup che ha fissato la prima udienza del processo all'8 febbraio prossimo.

Due, in particolare, le accuse rivolte agli imputati: truffa e falso in concorso. Ipotesi di reato che andranno, però, provate in aula e sulle quali si è mossa la magistratura nell'ambito dell'inchiesta sui rimborsi al Codivilla dal 2005 al 2007. Gli imputati sono personaggi di spicco della società pubblico-privata che gestisce la struttura e professionisti che vi operano. Secondo l'accusa avrebbero commesso una truffa al sistema sanitario nazionale attraverso rimborsi per ricoveri indicati come «inappropriati» nell'ispezione ministeriale del 2007. Ai vertici del centro di eccellenza cortinese si contestano le accuse di truffa e falso in concorso, ai professionisti il solo falso in atto pubblico. Il rinvio a giudizio deciso ieri riguarda innanzitutto l'ex direttore generale dell'Usl 1 ed ex presidente della società, Alberto Vielmo, 67 anni di Cittadella. E poi ancora l'amministratore delegato Massimo Miraglia, 40 anni di Roma; Carlo Brusegan, 71 anni di Camponogara, direttore sanitario; Angelo Boumis, 53 anni di Roma, consulente e vice direttore sanitario; Francesco Centofanti, 65 anni di Bologna. Il solo falso viene contestato a Giuseppe Lambinelli, 51 anni di Ischia; Coretta Sapienza, 41 anni di Cantello; Mauro Ciotti, 62 anni di Pieve di Cadore; Roberto Orani, 62 anni di San Vito di Cadore; Giorgio Caterino, 56 anni di Cortina; Cosimo Salfi, 52 anni di Borca; Emanuele Broccio, 35 anni di Messina; Carmela Falcone, 36 anni.

Ad affiancare nelle indagini il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ci sono stati anche due consulenti nominati dalla procura di Belluno per spiegare dal punto di vista tecnico la situazione trovata. L'inchiesta poggia su presunti ricoveri ripetuti di pazienti, situazioni cliniche considerate tranquille. L'ispettore ministeriale Luccone segnalò una settantina di casi in cui i ricoveri al Codivilla si prolungavano, oppure di casi e patologie che da normali si complicavano.

Il problema era sulle «diagnosis related groups»: la classificazione delle dimissioni ospedaliere usata, che corrisponde ad un codice in base al quale scatta il rimborso regionale.

Dai duemila euro di rimborso per ricoveri «normali» ai quasi 7.000 per quelli più complessi, fino a rimborsi di 14mila euro per protesi all'anca e via di questo passo. Per gli inquirenti, che hanno analizzato qualcosa come 8.000 cartelle cliniche, i conti non tornerebbero per 2,8 milioni di euro.

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