Confagricoltura: «Grazie Bigai Coldiretti ha sbagliato tutto»

Belluno
Le dimissioni di Elsa Bigai dalla direzione del consorzio Agrario di Treviso e Belluno, che oggi riunisce i soci in assemblea per approvare il bilancio, agitano il mondo agricolo del Nordest. Da un lato la notorietà della dirigente, dall’altro le implicazioni di una scelta così drastica: Bigai lascia il mondo dell’agricoltura dopo oltre 30 anni.
E che le dimissioni siano legate alle divergenze con Coldiretti riguardo all’operazione Cai - il nuovo superpolo italiano in cui Coldiretti ha aggregato le migliori realtà consortili al partner di minoranza Bonifiche Ferraresi – sembra essere ribadito da un durissima nota di Confagricoltura, diffusa da Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi e Diego Donazzolo, presidenti di Confagricoltura Treviso e Belluno.
«La decisione di Elsa Bigai, cui va il nostro pensiero e un grande ringraziamento per l’impegno dato allo sviluppo del Consorzio, non fa altro che accrescere le nostre preoccupazioni su un’operazione, l’ annessione di uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura del territorio al Cai», dicono i due presidenti, «che non andrà a creare alcun valore aggiunto per il Consorzio, e che ha creato malumori non solo tra le componenti terze al progetto, ma anche all’interno dell’associazione (la Coldiretti ndr) che più si è spesa per portarlo a compimento».
Di qui, Gallarati Scotti Bonaldi e Bonazzolo ribadiscono la loro linea sull’operazione Cai: «Noi non siamo mai stati contrari a priori a possibili operazioni industriali solide, anticipate da piani industriali concreti, dettagliati e soprattutto condivisi», dichiarano, «ma nella gestione di questa situazione sono mancate la trasparenza e la saggezza di coinvolgere e ascoltare il territorio».
Qual è l’idea di Confagricoltura? «Il consorzio di Treviso e Belluno avrebbe dovuto essere soggetto aggregante, non oggetto di integrazioni», dicono i due presidenti, «Purtroppo non sarà così: per rispetto verso i nostri associati parteciperemo all’assemblea per portare la nostra visione e stimolare un dibattito, pur consapevoli che le decisioni sono già state prese in sedi esterne, e non verranno cambiate».—
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