Condanna dimezzata in Corte d’Appello per l’appalto pilotato

Tre anni e mezzo al dirigente comunale di Palermo che sfavorì una ditta di Fonzaso specializzata in paramassi

FONZASO. È stata ridotta a tre anni e mezzo dalla Corte d’Appello di Palermo la condanna ad Antonio Martinico, 60 anni, ex capo dell’ufficio tecnico del capoluogo siciliano, per i favori ad una ditta “amica”, ai danni di una di Fonzaso, per la realizzazione delle barriere paramassi sul monte Pellegrino, che avrebbero dovuto proteggere il cimitero dei Rotoli dalle rocce che si staccavano dai costoni sovrastanti. Martinico era stato condannato in primo grado, due anni fa, dal tribunale di Palermo, a 6 anni di reclusione per le accuse di tentata concussione, corruzione, falso e truffa. Nel frattempo, però, le accuse di corruzione e falso sono cadute in prescrizione. Da qui il dimezzamento della pena, perché risalenti alla prima metà del 2004. Rimane, invece, valida, a tutti gli effetti la sentenza di condanna di risarcimento dei danni per le tre società danneggiate, costituite in Ati (associazione temporanea d'impresa): la Consores srl, il Consorzio triveneto rocciatori di Fonzaso (entrambe assistite dall'avvocato Luciano Licini) e la Unirock srl (avvocato Massimo Moretti). Secondo l'accusa, le aziende dell'Ati, tra le quali quella fonzasina, erano state private di un appalto già vinto per essersi rifiutate di utilizzare materiale prodotto dalla ditta svizzera "Geobrugg Fatzer". La gara riguardava il piazzamento di barriere paramassi per proteggere il cimitero di Santa Maria dei Rotoli dalla caduta di rocce dal monte Pellegrino. Per la stessa vicenda è in corso un processo contro i componenti della commissione comunale di gara (tra questi il professor Nicola Nocilla, progettista e direttore dei lavori ed un rappresentante della società svizzera). A mettere nei guai Martinico furono le registrazioni che i rappresentanti dell'Ati fecero durante un colloquio con il dirigente del Comune. Martinico, infatti, dopo che l'Ati s'era aggiudicata l'appalto dei lavori di consolidamento delle pareti rocciose sovrastanti il cimitero di Palermo, aveva tentato, in concorso con Nocilla, di convincere i responsabili dell'Ati ad usare, nei lavori, i paramassi di un'azienda svizzera. Il punto è che l'Ati si aggiudicò l'appalto con un'asta al ribasso e quei paramassi avrebbero fatto "saltare" i conti. Nel capo d'accusa, in particolare in quello dove si contestava la tentata concussione da parte di Martinico, si legge che il dirigente del Comune prospettò "ai legali rappresentanti dell'Ati, che, se non avessero sottoscritto una formale dichiarazione, da lui stesso predisposta, nella quale avrebbero assunto l'impegno, non previsto dal bando di gara, di utilizzare prodotti dell'azienda svizzera, la loro offerta sarebbe stata rigettata".

Marco Filippi

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