Comelico fuori, dentro i Monti del Sole

Ecco come cambia l'elenco dei sistemi montuosi da tutelare. Restano esclusi Bosconero Val Tovanella, Cinque Torri e la Cresta di confine
BELLUNO. Rettifiche di confine, aree di collegamento tra i siti, accorpamenti, esclusioni e qualche aggiunta: l’Iucn, l’istituto scientifico internazionale del quale si avvale l’Unesco, ridisegna così le Dolomiti da inserire tra i beni da dichiarare «patrimonio dell’umanità». Le sorprese non mancano. Esce dal progetto tutto il Comelico, entrano invece i Monti del Sole. Tre diversi siti nell’Ampezzano e Cadore diventano un solo grande «cuore» (si chiamano così nel documento le aree da tutelare). Insomma, un lavoro abbastanza meticoloso di cesello, ma qui e lì anche di cesoia. L’Unesco ha osservato che alcune delle aree che comparivano nella prima proposta per la candidatura erano scollegate tra loro, così s’è trovato il modo di unirle aggiungendo qualche «corridoio» e qualche valle che prima non c’era. In altri casi, però, sono state tolte delle aree perché troppo vicine a piste da sci e impianti di risalita, che in futuro potrebbero anche «estendersi». Alla fine i «beni», cioè le aree, si sono ridotti da 22 a 13, ma non sempre le superfici diminuiscono. Alla fine il bilancio, anche se mancano ancora i dettagli, dovrebbe tornare più o meno pari.


Ecco il nuovo elenco (tra parentesi gli ettari certi, come risultavano dalla prima proposta).

1) Civetta-Moiazza (2489);

2) Pelmo-Nuvolau. Sono state tolte le Cinque Torri, troppo vicine a zone sciistiche e forse interessate in futuro a un’espansione (4460 comprese però le Cinque Torri);

3) Set Sass (268);

4) Marmolada (879 nella prima redazione del progetto): la superficie è stata aumentata, ma solo marginalmente, per alcune rettifiche sul versante trentino, sempre in alta quota;

5) Pale di San Martino-Valle di San Lucano (9029 ettari a cavallo delle province di Belluno e Trento): la superficie è in aumento per l’inserimento della valle d’Angheraz;

6) Dolomiti Bellunesi-Vette Feltrine. E’ cambiato il nome (prima si chiamava solo Dolomiti Bellunesi), ma soprattutto è aumentata la superficie con l’inserimento dei Monti del Sole. Il motivo è di prevedere un’area più omogenea e collegata. Si tratta in pratica del territorio del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi. Il cambiamento di nome era stato richiesto da Trento. I siti nella prima redazione erano tre: Vette Feltrine (2199), Cimonega-Erera Brendol (2581), entrambi sul crinale tra Belluno e Trento, Schiara-Talvena (4914). A questi si aggiungono ora i Monti del Sole. Come si nota, la superficie interessata al progetto Unesco era inizialmente solo un terzo dell’intera area del Parco, ma erano previste «aree tampone» per oltre 22.000 ettari. Adesso cala la superficie delle «aree tampone» e aumenta quella del «cuore»;

7) Dolomiti Friulane: cambiano nome, si perde la denominazione di Dolomiti d’Oltrepiave; sono le aree di Duranno e Val Montina (3346 ettari), Cridola, Spalti di Toro, Montanaja e Pramaggiore (8776 ettari) e Cornageit-Caserine (2055);

8) Cadini, Dolomiti di Sesto, Tre Cime di Lavaredo (12.884 ettari), Cristallo (1694), Dolomiti Ampezzane, Dolomiti di Fanes, Senes e Braies (27.680). Si tratta di un ampio territorio con più sistemi montuosi che ora risulta accorpato in un solo grande «cuore»;

9) Dolomiti Cadorine (in pratica le Marmarole, 6312 ettari);

10) Puez-Odle in provincia di Bolzano (7798 ettari);

11) Sciliar-Catinaccio (4463 ettari) e Latemar (1638) tra Trento e Bolzano: i due sistemi vengono accorpati;

12) Rio delle Foglie, Bolzano (547 ettari);

13) Dolomiti di Brenta, in provincia di Trento (9239 ettari).


Cosa salta? Salta tutto il Comelico con la Cresta di confine (5362 ettari) e le Dolomiti Pesarine e di Sappada a cavallo tra Belluno e Udine (1890 ettari). Saltano Bosconero e Val Tovanella in provincia di Belluno (1763 ettari), il monte Bivera tra Pordenone e Udine (1390), il monte Corno in provincia di Bolzano (3620 ettari), infine le Piccole Dolomiti in provincia di Trento (307 ettari). Il percorso del progetto «Dolomiti patrimonio dell’umanità» prevede ora due nuovi passaggi. Entro fine mese è prevista una nuova riunione dell’Iucn, poi il progetto passerà all’esame del Comitato Unesco. Che dovrà dire se si può proseguire oppure ci si deve fermare. (t.s.)

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