Cocaina: consumo in forte aumentoBasta un "quartino" per sballare

Anche nel Bellunese la cocaina è di moda e il suo consumo è in aumento. Lo hanno rilevato alcune relazioni del Sert, lo confermano dalla questura, dove il problema “coca” è definito come subdolo. Con 20 euro si compra un quarto di grammo
BELLUNO.
Non occorre scomodare veline, calciatori e volti noti della televisione per parlare della polvere bianca. Non occorre nemmeno guardare alle discoteche alla moda né al mondo dei vip. Basta restare all’ombra delle Dolomiti. Pure qui la cocaina è di moda e il suo consumo è in aumento. Lo hanno rilevato alcune relazioni del Sert, lo confermano dalla questura, dove il problema “coca” è definito come «subdolo».

Il perché dell’aumento sta innanzitutto nei numeri: se dieci anni fa un grammo di cocaina costava circa duecentomila lire, oggi per un «quartino» si spendono venti euro. Ovvio che con questi prezzi l’acquisto abbia raggiunto proporzioni fino a poco tempo fa inimmaginabili. E Belluno, che pure non è una piazza al pari di Treviso o Padova, non fa eccezione.

Un quartino di polvere.
La nuova frontiera dell’acquisto è il “quartino” di coca, ovvero un quarto di grammo. Costa circa venti euro, tanto basta per sballare. «Spesso viene associato all’alcol», spiegano dalla Squadra mobile di Belluno. «L’effetto combinato è micidiale».

Ora la coca non è più soltanto la droga dei manager e dei professionisti, di quelli che lavorano - o che dicono di lavorare - diciotto ore al giorno per poi “riposare” in discoteca. Adesso la polvere è più democratica: «Non c’è un target preciso, si va dallo studente al sessantenne, come dal libero professionista all’operaio».

Un esercito di insospettabili che non si sente “tossico”: «Il cocainomane non si vede come un tossicodipendente», rimarca il dirigente Mauro Carisdeo. «C’è la convinzione che la cocaina non provochi assuefazione, che si possa smettere quando si vuole. Tutte convinzioni smontate dalla letteratura scientifica».

La coca in casa.
Dalla Milano da sniffare - descritta in questi giorni dai media nazionali - alle bianche Dolomiti, il passo è tutto sommato breve.

Nel Bellunese i locali sono pochi e di piccole dimensioni: «Se ci fossero situazioni simili a quelle di Milano, avremo già posto i sigilli», dicono in questura. Questo significa che se da un lato la situazione nei locali pubblici è sotto controllo, dall’altro la tendenza è quella ai “festini” fai-da-te. «Il consumo avviene in casa o in macchina».

Fenomeno nascosto.
Rispetto ad altre droghe, la cocaina ha un impatto sociale minore: «Chi ne fa uso, solitamente, non delinque per procurarsela. Sono quasi tutti lavoratori. Anche per questo il fenomeno non è così facile da individuare. Resta il fatto che si va a foraggiare la criminalità».

Poi c’è il fattore traino: «Non è detto che chi fa uso di cocaina passi all’eroina, ma quasi sempre chi si fa di eroina è passato per la cocaina», quello che sembra un sillogismo della dipendenza.

Il passaparola.
Chi entra nel giro, lo fa senza colpo ferire. «In alcune zone fuori provincia sono gli spacciatori a fermarti. Non occorre fare tanta fatica».

Basta quindi passare il confine provinciale: i più giovani ci vanno in treno. Un treno dei desideri che in questo caso va davvero all’incontrario. Come capolinea, la dipendenza.

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