Club Unesco rinnova le cariche Giuliano Laveder è il presidente

Giuliano Laveder
RIVAMONTE.
Si è riunita a Rivamonte Agordino l'assemblea dei soci del Club Unesco Agordino per rinnovare il consiglio direttivo e programmare le attività del 2011. Nell'occasione sono state ricordate le iniziative realizzate lo scorso anno. Il nuovo direttivo è composto da Giuliano Laveder, presidente e Rita Mottes, vice presidente. Ed ancora: Irma Visalli, vice presidente per la zona di Belluno; Emilia Sommariva, vice presidente e segretaria; Rosangela Da Costa, cassiera. Gli altri componenti del direttivo sono: Luciana Ben, Caterina Tazzer, Tita Bressan, Valentino Laveder, Delia Curti, Giuspepe Rosson, Carlo Frescura, Ivan Conedera, Daniela Fossen. Per quanto concerne il nuovo anno sociale il confermatissimo presidente Laveder ha annunciato che è in programma una visita guidata a Venezia; la prosecuzione della ricerca e raccolta delle immagini della storia rivamontese anche al fine di pubblicare un libro delle foto antiche di Rivamonte 2011-2012; la partecipazione del gruppo di artigiani a varie manifestazioni. Una curiosità: la loro presenza è stata richiesta a Vancouver in Canada. Per quest'anno, il soldalizio ha in programma poi di organizzare una mostra di artisti di Rivamonte Agordino per il periodo estivo e di continuare nella promozione della cultura e della conoscenza dei valori e dei principi che l'Unesco persegue nel campo dell'educazione e della scienza. A questo proposito si pensa di attivare una serie di conferenze aperte al pubblico di tutta la provincia (e oltre) sul Patrimonio mondiale dell'umanità Dolomiti, con un primo convegno da organizzarsi nei prossimi mesi che tratterà la questione dell'economia, della conoscenza e della promozione del "brand Unesco" tra sviluppo e tutela del territorio. Vi parteciperanno esperti Unesco che lavorano a contatto con i siti Unesco nazionali e internazionali. L'assemblea ha infine posto l'attenzione sulla necessità di implementare il rapporto tra il Comune di Rivamonte Agordina e Valle Imperina alla luce dell'appartenenza del sito minerario al territorio comunale, oggi poco visibile e percepibile sia agli abitanti sia ai visitatori.
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