Civetta, i dati a Bologna e Venezia

ALLEGHE. Le foto eseguite domenica scorsa dal vice comandante del Corpo forestale dello Stato, Isidoro Furlan sono state spedite in questi giorni direttamente al dottor Marco Dubbini, ricercatore dell’istituto di geografia dell’università di Bologna e al servizio geologico della Regione Veneto. Saranno loro ad analizzarle e quindi capire da quelle cosa sia accaduto alla montagna. Sabato, infatti, dallo zoccolo si è staccato fino alla cima uno sperone di grandi dimensioni cadendo a terra su un letto di residui precipitati in precedenza.
Un fenomeno diverso da quanto avvenuto qualche tempo fa sul Sorapiss su cui dall’università di Bologna sono in arrivo le elaborazioni dei dati che presto saranno anche presentati alla popolazione.
Intanto la frana del Civetta e anche del Sorapiss sono tenute costantemente sotto controllo dagli agenti forestali tramite un sistema di controllo, utilizzato anche dai cacciatori, che permette di ingrandire un oggetto lontano tanto da renderlo visibile come se fosse a due passi da chi sta guardando. «Ieri non è stato possibile fare dei controlli, visto il tempo, ma con questo strumento le guardie forestali possono tenere sotto monitoraggio costante queste due montagne. Ad oggi, però, nessun movimento è stato segnalato, per fortuna», precisa Furlan.
Domenica il Corpo forestale aveva eseguito due voli di ricognizione: uno con a bordo Furlan e l’altro con i tecnici del soccorso alpino, mentre una pattuglia delle guardie forestali era salita a piedi. L’operazione era durata un paio d’ore. La priorità era verificare che non ci fossero vittime del distacco, e da quanto i tecnici hanno potuto appurare questo pericolo è stato scongiurato.
La frana, dalle prime ipotesi ha portato al distacco di circa 50mila metri cubi di roccia.
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