Cinghiali devastano i campi di mais: allarme in provincia

BELLUNO. Ci mancavano solo i cinghiali per rendere ancora più “bollente” questa estate bellunese. Dopo la carenza di piogge e la diabrotica, l’invasivo parassita che sta uccidendo interi raccolti di mais, più di qualche agricoltore si è visto gran parte dell’appezzamento di terreno coltivato a granturco, devastato dai cinghiali. E qualcuno ha avuto anche un incontro ravvicinato con questi animali molto pericolosi anche per l’uomo oltre devastanti per le colture.
A raccontare la sua avventura, per fortuna finita bene (contrariamente a quanto accaduto soltanto qualche giorno fa a Cefalù ad un anziano siciliano) è Lino Canal di Santa Giustina. Ancora non crede ai propri occhi l’agricoltore, che sabato scorso verso le 17, si è avventurato all’interno del suo campo per registrare i danni causati dal temibile mammifero.
«Danni ingenti perché mi hanno devastato ben due campi», racconta Canal che passa poi a ricordare quanto avvenuto in quel pomeriggio. «Mi sono addentrato nell’appezzamento di terra per controllare da vicino i danni, perché questi animali sono furbi: lasciano la parte esterna e mangiano l’interno del campo». E così addentrandosi tra le colture, «ho sentito un rumore, mi sono abbassato ed ho visto a 6-7 metri da me un grosso cinghiale (avrà pesato 100 chili) che mi fissava».
Attimi di paura per l’agricoltore: «Non avevo niente in mano per difendermi. E così ho alzato le mani e ho fatto dei rumori; il cinghiale davanti a me se n’è andato insieme ad altri due, altrettanto grossi, che erano poco più distanti e che non avevo notato prima. Poi, dietro, ho sentito i piccoli passi dei cuccioli di cinghiale», racconta Canal che confessa: «È la prima volta che mi trovo a faccia a faccia così con un cinghiale di quelle dimensioni».
L’uomo spiega di aver chiamato anche la Provincia che ha mandato del personale per vedere i danni subiti per l’assalto dei cinghiali. «Di due campi di mais di cinquemila metri quadrati, me ne sono rimasti soltanto duemila per parte. E così ho avvisato Palazzo Piloni per avere un rimborso. Ma mi hanno detto che l’area devastata è piccola».
A questo punto, Canal, consultatosi con un amico, ha deciso di allertare anche il presidente di Coldiretti, Silvano Dal Paos. «Ci ho parlato e mi ha detto che cercherà di capire cosa fare. Ma così non si può andare avanti».
Gli agricoltori lanciano un appello: «Ci sono troppi cinghiali, troppi cervi e caprioli. Troppa la fauna selvatica tanto che non sappiamo più come difenderci. Vanno abbattuti». Ma l’operazione non è semplice come sembra, visto che i cinghiali sono animali che si muovono soprattutto di notte.
«Io non sono di quelli che si piange addosso», conclude Canal, «ma oltre a tutto questo ci sono anche le cornacchie che stanno facendo danni. La mia soddisfazione da pensionato era quello di avere un campo e fare fieno e mais, ma oggi non si può più e così si rischia anche di perdere la pensione per tenere in piedi l’attività. Non ho ricordi di una siccità come questa. Poi c’è il prezzo del mais che è basso come la produzione e in deposito resta il fieno che non si riesce a vendere. Una stagione da dimenticare».
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