Cima Gogna, riaffiorano cimeli di età tardo romana

Conclusa una nuova campagna di scavi promossa da Comune e Magnifica Bortolot: «Un altro tassello nel mosaico per incentivare il turismo culturale»

AURONZO. Nuovi ritrovamenti dell’epoca tardo romana a Cima Gogna. I recenti scavi, conclusi nella giornata di ieri, hanno portato alla luce diversi reperti che rappresentano un contributo fondamentale per la ricostruzione storica del popolamento dell’intero Cadore.

Termina così una stagione intensa di scavi a Cima Gogna, promossi dalla Magnifica e dal Comune di Auronzo, con la direzione scientifica della Soprintendenza archeologica del Veneto e con il sostegno finanziario della Fondazione Cariverona.

Proprio a Cima Gogna, precisamente in località Tre Ponti, tra il 2016 e il 2018, sono stati eseguiti alcuni saggi di scavo per verificare le potenzialità archeologiche dell’area, indicata da alcuni documenti storici come la sede di un’antica postazione difensiva costruita a presidio della strada che conduceva ai valichi alpini di collegamento con le regioni dell’Europa orientale.

Sono così emersi dalle operazioni di scavo un edificio a pianta rettangolare, con all’interno una vasca circolare profonda, e una struttura muraria rettilinea che doveva proteggere il ciglio del versante posto ad ovest dell’area. Poco più a nord, invece, sono stati rinvenuti i resti murari di una torre quadrangolare crollata, in buona parte, a causa di un violento incendio di cui si sono trovate consistenti tracce all’interno della struttura stessa. Sui piani interni, tra le altre cose, sono stati rinvenuti una sepoltura in anfora di un bambino e una cassetta litica in lastre di arenaria, probabilmente anch’essa con funzione tombale.

I materiali archeologici ritrovati sulle superfici antiche nelle diverse campagne di scavo, tra cui numerose monete di bronzo, resti di armamenti in metallo e qualche frammento ceramico, riferiscono che le strutture scoperte siano da collocare cronologicamente tra la piena età imperiale romana e l’epoca tardo romana. Nell’ultimo anno, infine, ha spiegato l’architetto Antonio Persichetti, i lavori si sono espansi su tre aree nelle vicinanze di tali scoperte, ampliando così il raggio dello scavo e permettendo uno studio certamente più completo ed efficace dell’area intera.


«Con la chiusura degli scavi di Cima Gogna», sottolinea Renzo Bortolot, presidente della Magnifica, «termina un 2019 durante il quale il nostro Ente ha saputo fare rete con le altre istituzioni del territorio per incentivare quanto più possibile lo studio e la promozione culturale. Siamo sicuri che, continuando su questa linea, potremo perseguire l’obiettivo di incentivare il turismo culturale locale, trasformando i vari itinerari presenti in luoghi di scoperta della storia del territorio».

Soddisfatta anche Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo: «Siamo orgogliosi delle straordinarie scoperte effettuate. Questo luogo ora assume maggiore importanza a livello provinciale e regionale, dato che la Magnifica ha deciso di inserirlo nel progetto “Itinerari in rete”, finanziato da Cariverona, e di presentarlo come metà del turismo culturale in Cadore, insieme a Lagole e al Monte Calvario. Un importante riconoscimento per tutti coloro che, dopo anni di appassionata e competente ricerca storica, hanno avuto l’intuizione di iniziare gli scavi proprio in questo punto». —


 

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