Cibiana punta tutto sull’idroelettrico

CIBIANA. «Tra i primi 20 comuni italiani che, secondo Legambiente, offrono il miglior esempio di tutela ambientale, coprendo il loro fabbisogno energetico totale con fonti rinnovabili, ben 14 sono altoatesini: sicuramente Cibiana potrebbe essere candidata per essere inserita in questo elenco». Lo sostiene Fabrizio Zandanel, vicesindaco di Cibiana, alla luce dell’uso ‘virtuoso’ delle acque del territorio comunale.
La vecchia centralina idroelettrica che il comune di Cibiana possiede e che da oltre 20 anni produce energia elettrica ricavata dall’acqua dell’acquedotto comunale della “Pissa” è stata rinnovata e in questi giorni è entrata finalmente in esercizio. La vecchia turbina, che in questi anni ha dato un discreto aiuto alle casse comunali, è stata sostituita con una nuova macchina da 50 KW a sei getti che permette di sfruttare meglio il salto di quota e la portata dell’acquedotto comunale, rifatto qualche anno fa.
«Il progetto è stato interamente finanziato con un mutuo di 15 anni acceso dal Comune e permetterà di ricavare circa 50 mila euro all’anno dalla cessione totale all’Enel dell’energia prodotta; il tutto a impatto zero, visto che si sfruttano le infrastrutture esistenti già a servizio del vecchio impianto», informa il vicesindaco. Una volta a Cibiana l’acqua veniva utilizzata per il funzionamento dei mulini e delle segherie comunali; ora la sua potenzialità energetica non è sprecata grazie all’utilizzo idroelettrico, espressione massima dell’energia rinnovabile.
I comuni di Cibiana e di Valle stanno collaborando, a costo zero, alla realizzazione di un nuovo impianto idroelettrico, che una ditta privata ha iniziato a eseguire con fondi propri. Il progetto prevede il prelievo dell’acqua del torrente Rite in località Sottocrosta, in comune di Cibiana; una condotta forzata di oltre quattro chilometri, eseguita con tubature metalliche interrate, porterà l’acqua alla centrale vera e propria, posta in riva al lago artificiale di Valle, dopo un salto di quota di circa 200 metri.
L’energia prodotta dalla centrale, gestita dalla ditta costruttrice per 20 anni con possibilità di essere poi acquisita dal Comune, sarà ceduta all’Enel e oltre il 30% dell’utile ricavato sarà destinato ai due comuni, in uguale misura. «Questo nuovo impianto», conclude Zandanel, «va ad aggiungersi a quello sull’acquedotto comunale appena rinnovato e a quello in funzione da circa tre anni, ricavato sempre utilizzando l’acqua del torrente Rite, che permette al Comune di introitare circa 65 mila euro l'anno». (fdm)
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