«Ci sono troppi cani sciolti per le strade del nostro paese»

SOVRAMONTE
Cani sciolti. E non metaforicamente. Succede a Sovramonte dove alcuni cittadini hanno segnalato, attraverso le pagine del bollettino parrocchiale, l’abitudine di molti residenti di non custodire i propri animali domestici. Cioè di impedire che gli animali prendano la strada e vadano in giro per i paesi. Animali che, per quanto buoni e non mordaci, inibiscono le passeggiate che non siano quelle circoscritte alle due strade del centro urbano.
In montagna, di recinzioni si fa tendenzialmente a meno. E non si provvede tanto spesso a confinare gli animali domestici. Del resto, non c’è la fila di auto che passa. Ma persone che vanno volentieri a camminare, quelle sì ci sono e ce ne sarebbero anche di più. E le persone sono spesso accompagnate dai propri amici a quattro zampe. L’etologia insegna che la difesa del territorio spinge i cani “residenti”, che si credono padroni del mondo, a sgomberare il campo. Anche correndo dietro all’ “invasore” e mettendo una gran paura a chi non sa come comportarsi: “scappo, non scappo?”, “corro, mi fermo?”.
La questione dei cani liberi che scorrazzano per i paesi come Salzen o altri fuori mano, sta andando avanti da parecchio tempo. E nella comunicazione al Comune, affidata al Sovramontino, si evidenzia che “chi ha paura dei cani o chi porta in passeggiata il suo al guinzaglio” si vede spesso rincorrere.
«La presenza di cani non custoditi e liberi di scorrazzare a piacimento, ci porta a dover passeggiare sempre sulle solite due strade del centro anziché poter godere delle meravigliose passeggiate che la natura offre. Considerato che chi lascia libero il proprio cane, contravviene a determinate normative, auspicheremo che ci fossero maggiori controlli, abbinati ad altrettante sanzioni al fine di sensibilizzare tutti i proprietari di cani ad un maggior senso civico. Quando ci lamentiamo con i proprietari spesso ci viene risposto “tanto sono buoni”. Purtroppo, per chi ha paura dei cani e se li vede correre incontro, questa risposta non basta» . —
L.M.
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