Chiusura passi dolomitici solo nell’estate del 2021 Prima si cerca un accordo

CORTINA/CADORE. Di nuovo in fibrillazione gli operatori del passi dolomitici, dal Falzarego al Giau, a quelli intorno al Sella. La Provincia di Bolzano avrebbe dovuto rilanciare, infatti, l’ipotesi della chiusura estiva, per iniziativa di una mozione dei Verdi. Ma in consiglio provinciale è stata approvata una versione più leggera che conferma la prospettiva della chiusura, ma solo dopo che si sarà trovato un accordo con la Regione Veneto e, più specificatamente, con la Provincia di Belluno. Quest’estate, dunque, l’apertura dovrebbe essere garantita, così come nel 2019. Intanto il “Comitato dei 78” tra albergatori e ristoratori dei valichi rimane in attesa che si pronunci il Consiglio di Stato sul ricorso che loro stessi hanno presentato contro le sentenze del Tar di Trento e di Bolzano sulle chiusure già avvenute nel 2017 e nel 2018.
Il Consiglio provinciale di Bolzano ha, dunque, discusso una mozione di Brigitte Foppa (Gruppo Verde) che chiedeva di impegnare la giunta provinciale a continuare a perseguire con coerenza gli obiettivi del progetto “Dolomitesvives” e di varare le prime misure per il potenziamento del trasporto pubblico locale sui passi dolomitici. E di intervenire, insieme alla Provincia di Trento e alla Regione Veneto, presso i Ministeri a Roma al fine di rendere giuridicamente possibile l’introduzione di misure per regolamentare il traffico sui passi e, parallelamente, di presentare entro il 2020 un catalogo di misure per la riduzione del traffico e dell’inquinamento acustico.
Tra queste misure rientrano le temporanee chiusure, così come la verifica dell’opportunità di introdurre un pedaggio, il potenziamento del trasporto pubblico locale e dei collegamenti funiviari, il miglioramento delle infrastrutture per la ciclomobilità. Helmut Tauber (SVP) ha obiettato che singole chiusure non sono sensate, perché così si sposta il problema da un passo all’altro. Bisogna creare soluzioni per il traffico che è diversificato; per esempio è stato proposto di ampliare le carreggiate per creare delle ciclovie; ci vogliono interventi per minimizzare l’impatto del traffico negli orari di punta, e si può pensare anche a un pedaggio. Quando si pensa al patrimonio mondiale si immagina la quiete delle zone alpine, ma attualmente non è così, ha detto il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, pronunciandosi a sostegno delle chiusure parziali che dimostrano come cambia la situazione senza traffico, e informando sui passi fatti per coinvolgere le province limitrofe di Trento e Belluno, che prima avevano opinioni diverse. Quelli che mancano sono dati precisi su numero e frequenza dei vari veicoli: a questo scopo sono state installate ora 24 videocamere. E, in ogni caso, ha aggiunto, servono tutta una serie di misure che non sono così immediate, in modo da tutelare la zona considerando le esigenze di tutti. Le valli ladine hanno manifestato l’interesse a partecipare a questo impegno, e si è ben consapevoli che serve un mix di interventi, a partire da un’offerta pubblica massiccia, funivie comprese. Si può pensare a chiusure temporanee e a pedaggi per finanziare servizi, ma ci vuole un piano ben preciso da definire con tutti gli interessati; e per le chiusure mancano anche i presupposti legislativi. A questo scopo ci vuole un lavoro di lobby, e a questo scopo sono stati trovati alleati nelle altre regioni, ha assicurato Kompatscher. Lo studio della società Eurac di Bolzano sul traffico attraverso i passi rivela che nelle giornate di limitazione i passi hanno un aspetto molto diverso; ci sono albergatori che hanno deciso di non mettere a disposizione le loro camere a motociclisti che vogliono solo passare da un passo all’altro, bensí di rivolgersi a un altro tipo di clienti. Un pedaggio non è la soluzione migliore, perché crea un contingentamento discriminante: vero è però che i progetti vanno finanziati in qualche modo e i pedaggi possono permettere di raccogliere fondi. Importante è aver trovato un obiettivo congiunto, individuando ciò che è possibile a livello tecnico e politico. —
F.D.M
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