Centrale a biomasse per le scuole di Bolzano e Castion

BELLUNO. Un’analisi preliminare per valutare la possibilità di installare un impianto a biomassa legnosa per la produzione di energia termica nelle scuole elementari di Bolzano Bellunese e di Castion. Dopo l’installazione del wireless in tutte le aule scolastiche della media “Nievo” di Cavarzano e della sezione staccata di Castion, il gruppo di lavoro formatosi all’inizio dell’anno attorno al consigliere Biagio Giannone, a cui a fine novembre 2012 il sindaco Jacopo Massaro ha dato la delega sul tema delle strutture scolastiche, ora pensa al risparmio energetico.
E lo fa con una proposta che riguarda intanto due scuole prese a campione: Bolzano Bellunese in cui, risparmiando sulla bolletta energetica, si potrebbero reinvestire risorse per risolvere l’annoso problema dell’avviamento della mensa. E quella di Castion, per cui già da tempo si parla di sostituzione del generatore di calore.
Le due strutture scolastiche sono tra le 10 nel territorio comunale che utilizzano riscaldamento a gasolio (il più costoso). Altre 9 sono a metano, una a gpl (la materna di Visome) e una a pompa di calore (quella di Levego). «Intanto la nostra è una proposta», precisa Giannone. «Abbiamo redatto un business plan che include una pre-analisi economica. Nel mese di aprile il nostro progetto volto a migliorare il risparmio energetico in alcune strutture scolastiche è andato in giunta. L’idea è di appoggiarsi a soggetti terzi, in questo caso le Esco, acronimo che sta Energy Service Company, società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l'efficienza energetica».
Il passaggio successivo sarebbe un bando per l’affidamento dell'intervento. In sostanza, i nuovi impianti a biomassa sarebbero per il Comune di Belluno a costo zero. E ci sarebbe un ritorno in termini di risparmio, in base a quanto stabilito dal decreto ministeriale del 28 dicembre 2012, il cosiddetto “Conto termico”, per l’incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili.
«Una centrale termica da 150 chilowatt può costare anche più di 80 mila euro. Al Comune conviene l’affidamento a terzi», sottolinea Davide Lucicesare, membro del gruppo di lavoro con Alberto Alpago Novello, Barbara Burigo e Marco Rossato, «perchè è come se facesse un mutuo a tasso fisso. Più l’impianto è efficiente e più c’è un ritorno, che viene diviso con l’Esco. Al Comune generalmente è garantito un importo tra il 5 e il 20%». Parlando di numeri, il gruppo di lavoro all’edilizia scolastica ha calcolato che dopo 20 anni l’impianto a biomassa legnosa potrebbe garantire al Comune un risparmio di circa 160 mila euro per la scuola di Bolzano bellunese e 240 mila per quella di Castion. Per il gasolio nelle scuole il Comune di Belluno spende circa 190 mila euro all’anno. «Il primo contratto con le Esco è del 12 gennaio di quest’anno», aggiunge Lucicesare. «Se andasse questo progetto andasse in porto a Belluno saremo tra i primi». «Noi non ci sostituiamo all’ufficio tecnico», tiene a spiegare Giannone. «Facciamo delle proposte. Ora con l’assessore Luca Salti c’è l’idea di prendere a campione una scuola per fare un piano di manutenzione generale per prevenire eventi come quello alle storiche Gabelli. L’obiettivo è costruire una banca dati che ci indichi gli interventi necessari in ogni struttura scolastica».
Martina Reolon
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