Centinaia di volontari in campo per aiutare la Colletta alimentare

Oggi per tutta la giornata centinaia di volontari saranno presenti all’uscita dei 128 supermercati aderenti alla Colletta alimentare, iniziativa benefica per raccogliere i prodotti che i bellunesi vorranno donare in favore delle cinquemila persone che vivono in povertà e solitudine. La raccolta prevede la donazione di prodotti come pasta, riso, omogeneizzati, tonno, latte in polvere e altri a lunga conservazione.
Le famiglie in stato di indigenza ricevono ogni mese il pacco spesa da parte dei volontari delle associazioni che partecipano alla Colletta. E tra queste c’è anche la Charles Peguy capitanata da Stefano Di Fabio, ortopedico dell’ospedale San Martino.
«Ogni anno», dice il presidente, «la nostra associazione assiste 127 persone tra Belluno e Feltre e l’Alpago. Sessanta i pacchi che consegniamo a cui si aggiungono i 14 che diamo alla Caritas dell’Alpago per le famiglie di quella realtà. Di queste 127 bellunesi, 81 sono adulti e 46 sono ragazzi. Noi andiamo a casa loro per portare non solo il pacco della spesa, ma anche una parola di conforto, per lenire quella solitudine che molto spesso avvolge chi si trova in difficoltà. Cerchiamo di affrontare i problemi insieme, diventiamo un punto di riferimento per queste persone. Li aiutiamo anche nella gestione delle spese familiari. Però, molto spesso, dobbiamo fare i conti con la vergogna di molti bellunesi a dichiarare la loro povertà e quindi la capacità di chiedere aiuto. Da parte nostra noi siamo pronti a dare un aiuto per trovare una soluzione ai vari problemi», precisa il capo dell’associazione Peguy che non nasconde come l’associazione stessa abbia oggi bisogno di aiuto.
«Si consideri che siamo un’associazione di volontariato che si autosostiene con la quota dei soci ma anche con le donazioni che arrivano. Ogni anno spendiamo circa 2.500 euro tra spese di assicurazioni per i volontari e il furgone oltre alla benzina. È un’attività che va sostenuta, a mio parere, per far continuare la quale servirebbero degli aiuti economici». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi