Cent’anni fa la morte di Antonio Vecellio

Sacerdote, scrittore e storico: la città lo ricorda con una targa in via Battisti e con un convegno

FELTRE. Uomo religioso e carismatico, scrittore appassionato e storico minuzioso, Antonio Vecellio manca da questa terra da quasi cent’anni. Ha salutato la vita il 22 ottobre 1912, dopo un periodo di malattia, all’età di 75 anni nella casa dello zio don Paolo Ceccato che si trovava in via Cesare Battisti (ex via Tezze) sopra l’attuale fioreria Cortina. Sarà proprio lì che lunedì alle 11, nel centenario della sua morte, sarà scoperta una targa. Dopo, alle 17, nella cappella di quella che è stata la sua villa di Valduna a Norcen, poi acquisita da privati, sarà celebrata una messa.

La missione di fede del Vecellio ha lasciato il segno nel Feltrino: egli ha operato prima come sacerdote a Servo, poi come arciprete a Pedavena e infine come canonico nel Duomo di Feltre. Il tempo non dedicato alla parrocchia lo ha riversato tutto nella scrittura, portandolo a pubblicare ben 37 opere e a lasciarne altre ai posteri, un patrimonio inedito custodito nell’archivio della biblioteca di Feltre. È ricordato in particolare per aver dato seguito con tre tomi alla “Storia di Feltre” firmata da Antonio Cambruzzi. Una personalità importante che ha lasciato la sua impronta nell’ambito ecclesiastico ma ancora di più in quello culturale.

A prodigarsi nell’organizzazione di questa commemorazione è stata la Famiglia feltrina trascinata dal presidente Gianmario Dal Molin, storiografo feltrino specializzato nelle questioni diocesane ed ecclesiastiche locali. A patrocinare l’iniziativa sono i Comuni di Feltre e Pedavena, affiancati dal Lions club host feltrino. È inoltre in programma una conferenza su “Vecellio e il suo tempo” in Sala Guarnieri a Pedavena, a cui parteciperanno storici locali quali Matteo Melchiorre, Lucia Nadin, Laura Secco, Gianpaolo Sasso e Dal Molin. L’ipotesi era quella di far ricadere la tavola rotonda il 22 novembre, a trenta giorni dalla data di morte del Vecellio, ma problemi organizzativi non hanno ancora consentito di fissare una data. Le celebrazioni dovevano culminare in un’azione simbolica, la traslazione della sua salma dalla cappella privata di Norcen al cimitero di Pedavena, dove potersi presentare al culto pubblico dei fedeli. Ma ancora prima di avviare l’iter è arrivato il rifiuto degli attuali proprietari. L’impegno preso però è quello di restaurare la cappella, così da renderla aperta ai visitatori.(f.v.)

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