«Casera Vescovà potrebbe accogliere gli escursionisti»

BELLUNO. Casera Vescovà, l’Ufficio territoriale per la biodiversità del Corpo forestale dello Stato, studia le modalità di apertura.
L’attenzione sulla struttura era stata sollevata nelle scorse settimane da Giuliano Dal Mas, grande appassionato di montagna e socio accademico Gism, che aveva fatto notare come la casera, inaugurata nel 2010 dopo la ristrutturazione, fosse ancora chiusa. Sull’opportunità di un utilizzo della Vescovà si era poi espressa la sezione di Belluno del Cai, sottolineando, però, la necessità di una fruizione «intelligente, razionale e controllata».
E ora a intervenire è l’Utb di Belluno, che materialmente ha in mano le chiavi della casera e che, insieme al Parco e al Comune di Sedico, aveva provveduto sei anni fa al recupero della struttura. «Troveremo una modalità per l’apertura», fa presente Paola Favero, funzionario del Corpo forestale dello Stato. «Stiamo valutando la situazione, poi decideremo come procedere. Da parte mia, in quanto alpinista e socia Cai, sono convinta del fatto che i bivacchi vadano gestiti andando incontro alle esigenze delle persone che frequentano la montagna. La struttura serve per le attività di servizio forestale, ma l’obiettivo sarebbe aprirla pure agli escursionisti in difficoltà. Dobbiamo, d’altra parte, considerare anche quella che è stata la logica che ha portato alla realizzazione della struttura».
«La casera è nata come appoggio ai Servizi forestali», ricorda Franco Zaetta, che da luglio guida ad interim il consiglio direttivo del Parco. «È di proprietà del demanio e la ristrutturazione era stata portata avanti con il concorso dell’Utb, che ha messo il personale, del Parco, che ha pagato il materiale, e del Comune di Sedico, che ha curato la progettazione. Non dobbiamo poi dimenticare che la struttura è sorta in una zona particolare - a confine con la riserva integrale - con un ruolo di supporto ai Servizi forestali e di controllo, oltre che per le attività di ricerche, nell’area della riserva stessa. Questo anche per non andare a penalizzare l’attività del rifugio Bianchet (che si trova a un’ora di distanza) e di La Varetta».
Benedetto Fiori, già presidente del Parco, si era impegnato ad aprire casera Vescovà. «Si tratta di una struttura importante», aggiunge Zaetta, «bisogna solo capire come utilizzarla. Il primo interlocutore è l’Utb. Noi come Parco siamo disponibili ad avviare un ragionamento e a valutare possibili soluzioni».(m.r.)
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