Carte clonate, due bellunesi patteggiano

L’indagine è partita da Piove di Sacco, dove era stato arrestato anche un carabiniere in servizio

BELLUNO

Hanno patteggiato un anno di reclusione Tiziana Collodet e Olimpia Collodet di Ponte nelle Alpi.

Insieme a loro altri sei imputati nell’ambito di una indagine su carte clonate hanno scelto la strada del patteggiamento. Tre hanno chiesto il rito abbreviato, altri tre hanno preferito affrontare il processo. Tiziana e Olimpia Collodet sono titolari di negozi. Insieme con altri negozianti erano accusate di utilizzo di carte clonate in concorso. Al vertice della banda specializzata nella clonazione di carte di credito con la complicità di commercianti e pubblici esercizi c’era un carabiniere in servizio alla caserma di Piove di Sacco, Luigi Nardone.

L’uomo è stato anche accusato di associazione a delinquere finalizzata non solo alla clonazione di carte di credito, ma anche alla costituzione di una società per emettere fatture relative a operazioni inesistenti con l’obiettivo di frodare il fisco e alla rivelazione di segreti d’ufficio.

Brutta storia per il rappresentante dell’Arma - oggi sospeso dal servizio - finito in manette il 17 maggio 2011 dopo un’indagine coordinata dal pm Benedetto Roberti e affidata proprio ai colleghi carabinieri.

Indagine - definitivamente conclusa e finita davanti al gup Lara Fortuna - che ha svelato le maleffatte di Nardone & co, ben 12 coimputati fra i quali tre stretti collaboratori (Cristian Martin, Andrea Marcon e Nelu Ion Rada, accusati anche loro del reato associativo), e nove complici fra titolari di pubblici esercizi e commercianti che avevano messo a disposizione gli apparecchi elettronici attivi nei propri negozi o locali per “leggere” le carte clonate e dividere a metà il profitto illecito sottratto agli ignari intestatari dei titoli derubati, a loro insaputa, dei codici di accesso.

L’accusa, per questi ultimi, è di concorso nell’utilizzo di carte clonate.

Solido l’impianto accusatorio, inoppugnabili le prove raccolte: tre fra i protagonisti (Nardone, Martin e Rada) hanno scelto di chiudere il conto patteggiando la pena, mentre Marcon ha preferito affrontare il processo; tutti gli altri hanno optato tra patteggiamenti, giudizi abbreviati e due hanno voluto andare a processo.

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