Carroccio contestato in Cansiglio

Un gruppetto di Rifondazione urla e fischia durante gli interventi
FARRA D'ALPAGO.
Per la prima volta nella storia dei raduni partigiani in Cansiglio la contestazione raggiunge anche questo appuntamento 'sacro' per l'Anpi di Belluno, Treviso e Pordenone. L'ha portata una numerosa rappresentanza di Rifondazione Comunista, con i rinforzi arrivati anche da Venezia, compreso il consigliere regionale Pierangelo Pettenò.


Non una protesta contro i partigiani, ma contro la Lega Nord, rappresentata da alcuni sindaci, ma soprattutto dal primo cittadino di Vittorio Veneto, Gianantonio Da Re, che è anche segretario provinciale del Carroccio. Da Re ha tenuto l'intervento introduttivo della cerimonia davanti al monumento di Pian Cansiglio. Lo ha fatto, fra l'altro, tra gli applausi dell' Anpi, "anche per la incisività del suo discorso", come ha sottolineato Umberto Lorenzoni, l'anima dell'Anpi di Treviso. Ma finché è rimasto davanti ai microfoni ha dovuto fare i conti con le urla di alcuni rifondaioli, due donne in particolare.


Urla perché Da Re smettesse di parlare e soprattutto perché l' Anpi non concedesse la parola a chi ha nel partito gente come Borghezio. Lo stesso gruppo aveva gridato all'indirizzo del sindaco di Revine, il leghista Battista Zardet, fin dall'inizio del corteo: «Tu che hai ospitato quei delinquenti (i naziskin, ndr) va a casa, non sei degno di essere qui tra noi». E, in seguito, contro Da Re, aveva tuonato «scendi giù dal palco e va nell' angolo». Ed aveva cantato tutte le strofe di "Bella ciao" per impedirgli di prendere la parola. Sono intervenuti alcuni dirigenti dell'Anpi per riportare la calma, ma anche loro sono stati presi a "sberle politiche": «Vergognatevi a dare la parola a questa gente».


La discussione è continuata fino a che il sindaco leghista non ha smesso di leggere il suo intervento (tra l'altro dai toni durissimi contro chi vorrebbe spegnere le luci sulla Resistenza e in particolare su chi vorrebbe equiparare i repubblichini ai partigiani) non si è messo a parlare a braccio ed ha raccontato di essere anche lui figlio di un partigiano, anzi di uno di quelli che subirono il rastrellamento nazifascita in Cansiglio. Siccome, però, la contestazione continuava sottotono, al microfono si è portato Lorenzoni, che non è conosciuto come un moderato nella dirigenza dell'Anpi, ma che ha vivamente ringraziato Da Re per la sua riflessione "molto incisiva". Il raduno era presidiato dalla polizia, i rappresentanti delle forze dell'ordine erano più numerosi di ogni altro anno. Un picchetto militare ha reso gli onori. Ma Marco Bortoluzzi, quando lo ha ringraziato a nome del comitato organizzatore, s'è assorbito una sonora fischiata, soprattutto per aver definito i militari «non più strumento di guerra ma di pace». Un dissenso, da parte sempre di Rifondazione comunista, è stato rivolto anche allo stesso picchetto, con un seguito di boati di disapprovazione.


Reazioni analoghe si sono manifestate al momento in cui Bortoluzzi ha pregato il sindaco Da Re e l'assessore Tiziana Martire di Belluno di deporre al monumento la corona di alloro. Bortoluzzi, dal canto suo, al termine della cerimonia ha evidenziato l'assenza, ancora una volta, della Provincia di Belluno, mentre c'era quella (leghista) di Treviso. Un esito imprevedibile, quello del raduno, e qualcuno ha commentato: «Per fortuna che il parroco di Tambre, alla messa d'inizio cerimonia, aveva invitato alla riconciliazione». Il corteo molto lungo, che da Col Dar ha raggiunto il monumento, è stato accompagnato dalla Banda Boito di Ponte nelle Alpi.

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