Carabiniere nei guai per la truffa all’amica “virtuale”

BELLUNO. Un militare dell’Arma è finito nei guai con l’accusa di truffa. Si tratta di Paolo Padovan, classe 1961 di Belluno (difeso dall'avvocato Pierangelo Conte), accusato di aver raggirato una piemontese, sua coetanea. La vicenda risale al maggio 2010 quando i colleghi dell'imputato sequestrarono il computer dell'ufficio dove lavorava il carabiniere, al comando provinciale di Belluno. Secondo l'accusa, il carabiniere avrebbe truffato la sua coetanea chiedendole un prestito da 2.100 euro per poi sparire dalla circolazione. I contatti tra i due protagonisti sarebbero avvenuti in una chat-line.
Stando al capo d'accusa, il militare avrebbe conosciuto la parte offesa su internet ed avrebbe intrattenuto un rapporto d'amicizia virtuale. Col tempo, il militare sarebbe andato oltre. In altre parole, il rappresentante delle forze dell'ordine avrebbe chiesto alla donna del denaro accampando la scusa di doversi pagare le spese di alloggio a Roma per un servizio di scorta per un ministro. Una storia poco credibile, alla quale, però, la donna, ieri non presente al processo, avrebbe abboccato. Ed in effetti, sulle coordinate di un conto corrente di una banca inglese, nel maggio di due anni fa, furono accreditati due bonifici da 2.100 euro complessivi. Le richieste di aiuto economico, sempre secondo il capo d'imputazione, sarebbero state accompagnate da promesse galanti. Si torna in aula il 20 novembre.
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