Cappellaro: «La ripresa sarà lenta»

Dal neo presidente un appello all'unità nell'associazione e nel territorio
Il nuovo presidente degli industriali bellunesi, Giovanni Cappellaro
Il nuovo presidente degli industriali bellunesi, Giovanni Cappellaro
 
BELLUNO.
La concorrenza del Trentino, la voglia di autonomia e la crisi che ha cambiato i connotati di una economia di per sé già fragile. E' un'analisi a 360 gradi quella del neopresidente di Confindustria, Giandomenico Cappellaro, alla sua prima uscita pubblica. «La ripresa sarà lenta», ha detto Cappellaro. «E il disagio tra la gente continua a essere profondo».  Da qui l'appello a ritrovare l'unità sia all'interno dell'associazione sia come territorio: «C'è la provincia di Belluno ma non ci sono i bellunesi. Questo è il nostro grande limite». Vuole lasciarsi alle spalle l'ultimo anno di veleni e "guardare avanti". A dieci giorni dall'elezione Giandomenico Cappellaro sembra sereno. L'imprenditore che attorno ai funghi ha costruito un piccolo impero - la Serbosco di Fonzaso - illustra le sue linee direttive per i prossimi tre anni con tono moderato e riflessivo.  Caratteristiche che gli saranno sicuramente utili per riportare la calma all'interno del palazzo dopo un 2010 campale: «Sono stato eletto con un grande consenso. I presupposti per ritornare alla normalità ci sono tutti».  E nella strategia, probabilmente, rientra anche il fatto di non parlare esplicitamente dell'ex presidente. A domanda specifica su cosa ne pensi dell'era Vascellari, Cappellaro sfodera un sorriso: «Il mio problema è guardare avanti».  E guardare avanti significa anche riportare l'industria bellunese a correre.  Un imperativo categorico in una provincia dove il manifatturiero ha un'incidenza quasi doppia rispetto alla media nazionale.  «Qualche segnale di ripresa c'è», dice Cappellaro, «ma bisogna distinguere settore da settore». I dati del quarto trimestre del 2010 sono in fase di elaborazione, ma si può già dire con certezza che occhialeria e metalmeccanico sono tornati a crescere.  Nel caso dell'occhiale la tendenza è stata rimarcata ieri al nostro giornale proprio dalla presidente di Sipao Lorraine Berton. Spira tutta un'altra aria nel settore dell'edilizia e del legno, entrambi ancora in grave sofferenza. C'è poi la distinzione tra grandi e piccole imprese: quest'ultime sono quelle che se la passano peggio. «Il nostro territorio ha sofferto più di altri», afferma Cappellaro. «Per questo l'evoluzione della situazione economica sarà monitorata attentamente. Confindustria», assicura il presidente, «farà la sua parte». Per Cappellaro il principio è semplice: «L'impresa dà lavoro e il lavoro dà benessere. Il circuito deve essere riattivato e sostenuto». E questo, fa intendere il presidente degli industriali, anche attraverso il dialogo con i sindacati: «Ci aspettiamo proposte a patto che non siano ideologiche».  L'associazione industriali poi continuerà il suo lavoro con le banche: «Il settore del credito dovrà essere punzecchiato», prosegue Cappellaro. «Molto in questi anni è stato fatto in termini di accordi e coordinamento, dobbiamo proseguire su questa strada».  Nonostante in provincia il manifatturiero continui a dettare legge, una riflessione a parte merita il turismo: «Abbiamo tutte le carte in regola, ma la concorrenza con le realtà vicine non gioca a nostro favore».  Una questione di forma ma anche di burocrazia: «Da noi per progettare una pista da sci ci vogliono dieci anni, da loro dieci mesi», sottolinea il presidente degli industriali, che dice comunque di confidare nel riconoscimento dell'Unesco. Inevitabile, a questo punto, parlare del referendum per la regione dolomitica. Cappellaro non prende posizione, ma rileva come "il disagio sia forte": «E' una richiesta che capisco, anche se mi sembra un percorso oggettivamente difficile».  Ma per il presidente c'è una questione prioritaria da affrontare: quella dei diversi campanili. «Belluno va da Arsiè a Sappada ma spesso ce ne dimentichiamo. Ogni vallata tende a fare da sola. Dobbiamo ragionare insieme e in tempi utili».

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