Caffè Bristot, cento milioni di fatturato l’obiettivo per il centenario dell’azienda

Porte aperte alla sede della Procaffè, ricordando la storia del fondatore ma “esplorando il futuro” con una tazzina in mano



. “Esplorare il futuro, partendo dal territorio”. Ovviamente con una tazzina di caffè in mano.

Questo il credo di Gerhard Laner, amministratore delegato di Procaffé spa, così come l’ha descritto ieri nel corso del primo open day che l’azienda ha dedicato alla città di Belluno in occasione dei 100 anni del caffè Bristot.

Giornata riservata ad autorità e stampa, ma che sarà seguita da altre occasioni di incontro e di degustazione con tutti i clienti che lo vorranno. «Noi lavoriamo in un certo modo – ha spiegato Laner – perché siamo qui e perché condividiamo perfettamente la passione e la filosofia del fondatore Domenico Bristot, uomo curioso, creativo e mai soddisfatto. È questo che ci rende diversi dai nostri concorrenti. Il made in Italy è importante, ma il rapporto con questo territorio, ai piedi delle Dolomiti Patrimonio dell’umanità dell’Unesco, lo è ancora di più. Il nostro campanile è la montagna, da cui vediamo tutto il mondo».

Il caffè Bristot fa parte di Procaffè Spa, che annovera altri marchi storici di prestigio, tutti radicati nel territorio con la loro presenza commerciale, come Deorsola (Torino), fondata nel 1920, e Breda (Padova), fondata nel 1921 e Testa Rossa. L’azienda ha fatturato 33 milioni di euro nel 2017 e 35 milioni nel 2018 (di cui il 37% in Italia ed il 63% all’estero), con oltre 5 milioni di chili di caffè tostato nel 2018, una suddivisione per canale fra horeca (Hotellerie-Restaurant-Café) per l’83%, retail (14%), ed altro 3%, e ben 65 Paesi di esportazione.

Ma Laner (55 anni) ieri ha detto apertamente che l’orizzonte a cui aspira è quello dei 100 milioni di euro di fatturato nel corso del suo mandato. Così come ha evidenziato la costante crescita del personale, che oggi raggiunge le 100 unità. Procaffé è di proprietà della Wedl&Hofman GmbH, un importante gruppo internazionale con sede a Mils bei Hall in Austria, che opera nel settore alimentare ed assicura una struttura finanziaria solida e professionale, grazie anche ad un fatturato di 600 milioni di euro.

La storia del caffè Bristot ha inizio giusto cento anni fa, grazie a Domenico Bristot, una vita fatta di lavoro, abilità, fortuna ed una buona dose di intuizione: ingredienti che, come per altri grandi uomini del suo tempo, rappresentarono una formula del suo successo. Da giovane si era trasferito a Vienna, una delle capitali del periodo della “Belle Epoque” e un melting pot di filosofi, scrittori, scienziati e imprenditori. Qui stringe amicizie che segnano il suo futuro, tra cui quella con un torrefattore, che lo introduce nel mondo del caffè.

Al suo ritorno in Italia fonda la torrefazione Bristot nel centro di Belluno e, dopo ricerche sui caffè provenienti da varie origini e sperimentazioni con differenti gradi di tostatura, riesce a creare una miscela che, tostata più chiara, diffonde un aroma intenso e lascia in degustazione un sapore dolce e fruttato, molto diversa da quelle disponibili all’epoca.

«Oggi il nostro obiettivo – conferma Gerhard Laner – è quello di servire il miglior espresso possibile. Per questo i nostri buyers visitano regolarmente le piantagioni di caffè nell’America Centrale e Sudamerica, in Africa e in Asia per selezionare i chicchi di alta qualità, che andranno a comporre le nostre miscele. E per questo abbiamo costruito ed ottimizzato nel tempo un articolato sistema di controllo qualità che permette di salvaguardare i crudi selezionati all’origine e controllarne tutti i movimenti fino alla fase di tostatura».

Qualità vuol dire, poi, seguire ogni parte del processo, fino a garantire un eccellente risultato in tazza. Per questa ragione è nata dieci anni fa la Bristot Coffee Academy. «Mantenere costante la qualità in estrazione dei nostri caffè presso i clienti e partners è la nostra missione. Così abbiamo creato un team di trainers professionisti che, attraverso specifici programmi, educano il barista (e non solo) a raggiungere e mantenere un ottimo livello di estrazione delle nostre miscele. Tutto questo sforzo non è solo dedicato al nostro network di clienti, ma soprattutto per i consumatori, garantendo così una notevole esperienza di gusto».

L’accademia è gestita e controllata dal cuore centrale con sede a Belluno e si compone di circa 20 strutture dislocate nei principali mercati in cui il marchio ha un peso rilevante a livello commerciale. —



Argomenti:caffè bristot

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi