Cade nel dirupo, muore un giovane

CORTINA. Un volo di un centinaio di metri nel dirupo, al ritorno da un’escursione in montagna. È stato trovato, ieri mattina alle 6, il corpo senza vita di Matteo Menardi Diornista, 34 anni di Cortina d'Ampezzo. Dopo una notte di ricerche, il cadavere è stato individuato dall’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, con a bordo un medico e i soccorritori del Cnsas e della Guardia di Finanza, sotto la forcella d'Antruiles, a 2.160 metri di quota.
Matteo Menardi, uscito di casa verso le 10 per un’escursione in quota, aveva chiamato la moglie Angela Alberti alle 16.30 per dirle che stava rientrando a casa. Non vedendolo rientrare e non riuscendo a mettersi in contatto con lui, alle 21 la donna dà l’allarme. Immediate scattano le ricerche, a cui prendono parte gli uomini del Soccorso alpino della Guardia di Finanza, con tre militari e due cani, e una ventina di volontari del Soccorso alpino. I soccorritori raggiungono località Tornichè, a Ra Stua dove, nel frattempo, la moglie e i familiari avevano ritrovato l'auto di Matteo Menardi parcheggiata. Ai parenti il giovane, che era solito percorrere sentieri dei cacciatori, tracce conosciute e frequentate da pochi, non aveva detto la destinazione del suo giro. Le squadre iniziano così a perlustrare i sentieri della zona, aiutati dal fiuto del bloodhound dell'unità cinofila. Ma dell’uomo nessuna traccia. A notte fonda le ricerche vengono interrotte a causa del forte temporale, che imperversa sull’area ampezzana.
Parlando con gli amici, emerge la grande voglia che Menardi aveva di salire sulla Croda d'Antruiles. E dalla verifica dei tabulati telefonici i soccorritori notano che una cella telefonica era stata attivata verso le 19.29 proprio in quell’area dal suo cellulare. Telefono che poco dopo si era spento.
E così, alle prime luci dell’alba, le ricerche, sia a terra che in volo, si indirizzano verso l’area della Croda d’Antruiles. I militari del Sagf, i volontari del Cnsas e i cani cominciano a perlustrare palmo a palmo la zona. Contemporaneamente decolla l'eliambulanza con a bordo un militare del Sagf e due soccorritori di Cortina, profondi conoscitori dei luoghi. Pochi istanti e arriva l’epilogo che nessuno avrebbe voluto sentire: il corpo senza vita di Menardi viene individuato in un canale a 2.160 metri di quota. Due soccorritori sbarcano in hovering: sono il tecnico del Soccorso alpino e il medico di turno, che non può fare altro che constatare il decesso dell’esperto escursionista. Tocca al militare del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza procedere ai rilievi; dopo il nulla osta dalla magistratura, dà il via libera alla rimozione del cadavere. La salma di Menardi viene imbarellata e recuperata con un verricello di cinque metri, per essere trasportata a valle e affidata al carro funebre.
Non si sa se il giovane fosse giunto in vetta. Fatto sta che al rientro è scivolato, cadendo per un centinaio di metri nel canale dove ha perso la vita.
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