Bus fermi da mesi e 20 autisti in cig. Monego: «Il settore è totalmente fermo»

Belluno. L’azienda sta anticipando la cassa integrazione mai arrivata e i costi lievitano. «Spero di collaborare con Dolomitibus»

SANTA GIUSTINA. «Altro che luce in fondo al tunnel. Qui siamo in piena oscurità...». Il grido d’allarme lanciato da Luca Monego lascia il segno. Lui, titolare della “Monego Autoservizi” con sede a Santa Giustina, guarda ogni giorno sconfortato i suoi autobus posteggiati e spenti da tre lunghissimi mesi.

Gite scolastiche, viaggi organizzati, trasferte sportive, servizi di navetta, noleggi. Tutto fermo e chissà ancora per quanto. Diventa ogni giorno sempre più difficile guardare avanti speranzosi, avendo alle dipendenze venti autisti in cassa integrazione e afflitti da legittime preoccupazioni riguardanti il futuro.

Vale per la “Monego Autoservizi” ma il discorso va esteso anche agli altri operatori del settore. Un anno perso, salvo alcuni rari servizi qua e là.

«Il lavoro nel settore è zero. Ma se, guardando al comparto turistico, qualche categoria comincia ad intravedere degli spiragli positivi, noi siamo seriamente preoccupati. D’altronde, chi pensa di noleggiare un pullman? Chi organizza una gita essendoci le varie restrizioni? Tra l’altro con i miei scuolabus effettuo di norma pure il servizio quotidiano di trasporto scolastico ed anche lì siamo in attesa di novità».

Niente viaggi, niente guadagni. Però i dipendenti ci sono e in qualche modo tutti devono portare da mangiare a casa. «Venti autisti e alcuni di loro ormai faticano ad arrivare a fine mese. Hanno richiesto la cassa integrazione ma pochi se la sono vista accreditata sul conto, così nel frattempo anticipo io la somma. Fin quando posso».

Monego traccia poi il bilancio drammatico di quello che doveva essere nel 2020. «Per capirci, lo scorso anno tra giugno e dicembre ho svolto il 35% del lavoro totale, a dimostrazione di quanto pesino sul fatturato i mesi primaverili. D’altronde è la stagione più intensa sotto il profilo dei viaggi e quant’altro. Il mio auspicio, al momento, è poter ripristinare almeno il servizio estivo settimanale che svolgiamo in collaborazione con Abaco Viaggi. Una corsa che raggiunge la Puglia ogni sabato e resta giù l’intera settimana. Vorrebbe dire avere in movimento almeno due o tre pullman, ad ogni modo occorre attendere l’okay del Governo».

Il tutto, chiaro, svolgendo profondi servizi di sanificazione e rispettando le varie prescrizioni.

«Servirà un macchinario all’ozono dal valore di 5 mila euro per ogni pullman. Senza contare dispenser e la riduzione di posti, magari passando da 50 a 30. Ma, ripeto, sta parlando la parte ottimista del sottoscritto. Contiamo a breve di ripristinare il servizio navetta che effettuiamo con Luxottica. Non sapete quanta voglia io abbia di riveder partire un pullman».

In soccorso alle aziende bellunesi del settore potrebbe arrivare Dolomitibus. Infatti secondo Monego la limitazione dei posti a sedere significa nei prossimi mesi la necessità di aumentare le corse da parte del servizio di trasporto pubblico locale.

«Magari avranno necessità di collaborazione, teniamo d’occhio l’apertura di questo eventuale spiraglio. Affronteremo la questione, speriamo bene». Nella speranza di aiuti concreti, gli imprenditori bellunesi si sono raggruppati e vengono rappresentati da Adriano Battistuzzi, il quale si sta facendo carico della categoria. —

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