Bribano, paese fantasma per il “bomba day”

SEDICO. Sono le undici e un quarto quando un botto, udibile a seicento metri, decreta la fine del “bomba day”. L'ordigno della seconda Guerra Mondiale, scoperto due settimane fa durante gli scavi per l'allargamento del ponte di Bribano, viene fatto esplodere a tre ore e mezza dall'inizio delle operazioni in un campo vicino al Piave. A premere il bottone che genera l'innesco e lo scoppio è il viceprefetto vicario Carlo De Rogatis. Si conclude così una mattinata iniziata prestissimo a Sedico.
L'evacuazione di Bribano. Mancano pochi minuti alle 6 quando nella piazza davanti al municipio si radunano i 55 volontari della protezione civile che daranno un contributo fondamentale alle operazioni. Trenta uomini appartengono alla Pc dell'Ana di Sedico e del gruppo Monte Peron, gli altri sono stati forniti dall'Ana di Belluno. Al primo piano del palazzo comunale, intanto, viene attivato il Coc, il centro operativo, gestito dal sindaco Maraga con il supporto del consigliere con delega alla protezione civile Giancarlo De Min (l’assessore Gualtiero De Pellegrin darà un supporto a Longano). I volontari vengono divisi a coppie, a tutti vengono assegnate le vie da controllare: bisogna verificare che all'interno del perimetro di sicurezza (500 metri in linea d'aria dal punto in cui riposa la bomba, all'imbocco del ponte di Bribano) non ci sia nessuno in casa. Sono nove le squadre che partono per andare a suonare i campanelli. Bribano sembra una frazione fantasma: per strada non c'è nessuno, non si sente alcun rumore, anche se l'orologio batte ormai le 7. Qualche famiglia viene trovata ancora addormentata, le si dà il tempo di vestirsi e uscire. Gli anziani con difficoltà di movimento vengono trasferiti in casa di riposo. Nel frattempo in municipio arrivano tutti i responsabili delle forze dell'ordine, dell'Anas e delle Ferrovie. Alle 8, via radio, i volontari comunicano di aver concluso la verifica. Le 986 persone residenti a Bribano sono state evacuate. Immediato giunge l'ordine di chiudere tutte le strade che conducono al perimetro di sicurezza e contemporaneamente nel cantiere arrivano gli artificieri del 2° reggimento Genio Guastatori di Trento. Inizia in questo momento la fase più delicata della giornata.
Il disinnesco. Sindaco, viceprefetto, forze dell'ordine e i responsabili di Anas e Ferrovie si radunano al parco di Bribano, dove si trova il primo centro avanzato di comando. Qui viene dato il via libera agli artificieri per iniziare a despolettare la bomba. È un ordigno da aereo, che pesa 250 chili e ne contiene 120 di esplosivo. Niente a che vedere con quello rinvenuto durante le operazioni di bonifica propedeutiche all'avvio del cantiere, che era lungo “appena” 18 millimetri. Alle 8.35 i militari confermano che stanno iniziando il despolettamento, che si concluderà 40 minuti più tardi. La bomba adesso è innocua e può essere trasferita sul camion che la porterà a Longano, dove verrà fatta esplodere. Non prima, però, che tutti la fotografino: non solo perché non capita tutti i giorni di vedere da vicino un ordigno da aereo lungo un metro, ma anche perché quella bomba è un reperto storico, che per sessant'anni è rimasto sepolto sotto metri di terra.
Esplosione e fine delle operazioni. L'ordigno viene messo in una cassa di legno e issato nel camion militare che lo trasporta a Longano, scortato da un mezzo della protezione civile e da una camionetta dell'esercito. Alle 10 giunge nel campo vicino al Piave, dove nei giorni scorsi è stata scavata una buca profonda quattro metri all'interno della quale sarà adagiata. Intanto vengono riaperte le strade nel primo perimetro di sicurezza, dando così il segnale alla popolazione che può rientrare a casa. Sono chiuse, invece, tutte le strade che portano al secondo perimetro di sicurezza, il cui vertice è la zona di brillamento.
Nell'area rimangono solo gli artificieri, un paio di addetti dell'impresa che devono ricoprire la bomba con otto metri di terra e sabbia, il viceprefetto De Rogatis. Tutte le altre persone aspettano al campo di comando avanzato allestito a circa seicento metri di distanza. Le chiacchiere cessano quando via radio arriva la comunicazione più attesa: “Alle 11.15 la bomba sarà fatta brillare”. L'esplosione si avverte distintamente, oltre le cime degli alberi si vede uno sbuffo di fumo e sabbia. La montagnola che ricopriva la bomba non esiste più, pezzi di piombo e legno bruciato sono sparsi in un raggio di cento metri, a disposizione dei collezionisti, costretti a maneggiarli con cautela perché sono taglienti e scottano. Nell'aria si sente l'odore pungente della polvere da sparo, che si dilegua lentamente. L'ultimo segnale che parte dalle ricetrasmittenti determina la riapertura delle strade. Il bomba day è finito, alle 11.30 a Bribano torna la normalità.
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