Brevettare è facile, guadagnarci è un'altra cosa
I frutti dell’ingegno: da un generatore elettrolitico portatile a un rilevatore Gps. Arriva la vite per occhiali che non si svita. Tra le curiosità uno spazzolino da denti con datario incorporato
BELLUNO. Poeti forse, navigatori non risulta. Di santi ce ne sono un paio in dirittura d’arrivo. Inventori così e così. Di bellunesi famosi inventori ne ricordiamo a memoria qualcuno: Tito Livio Burattini, che nel 1675 inventò in Polonia il «metro cattolico» (cioè universale), come unità di misura lineare sulla base della lunghezza del pendolo che batte il secondo (vale a dire un periodo di due secondi); Girolamo Segato, che scoprì e portò nella tomba un metodo di pietrificazione dei tessuti umani (in realtà un nuovo procedimento di mummificazione); l’orologiaio-meccanico di Cortina Bartolomeo Gilardoni (o Ghirardoni) che nel 1700 perfezionò un fucile ad aria compressa, usato poi dall’esercito austriaco; l’umanista Pierio Valeriano che introdusse nel Bellunese la coltivazione del fagiolo (testato a Castion, si diffuse poi a Lamon). E ai giorni nostri? Cos’ha prodotto il genio bellunese nel 2006? Di brevetti in Camera di commercio ne sono stati registrati 39. Si arriva a 51 aggiungendo anche i «modelli utilità», vale a dire le modifiche a brevetti già esistenti. Di questi 51 brevetti in totale, 7 riguardano l’occhialeria, 10 i mobili, 6 la sanità (in particolare l’implantologia ossea, tutti registrati dallo stesso inventore). Tutti, naturalmente, sono convinti di aver inventato cose di sicura utilità, molti anche di aver messo a punto oggetti che, se prodotti, possono rendere una piccola fortuna.
Ma pochi si fanno illusioni, perché i conti vanno fatti soprattutto col mercato, visto che mettersi a produrre in proprio costerebbe troppo. «E’ vero», ammette Leonardo Righes di San Gregorio nelle Alpi, «difficile trovare un’impresa che ti metta in produzione l’invenzione. Però non dispero. Sono appena ritornato da Vicenza: una ditta si è detta molto interessata». Righes, che è geometra, ha inventato un nuovo elettrodomestico multiuso, in grado di sostituirne un’altra decina come minimo: «Si mette in bagno, sopra il lavabo al posto dello specchio. Fa le funzioni del phon, del rasoio elettrico, del depilatore, dello spazzolino». Risparmio di spazio e maggiore sicurezza. «E poi con tutti quegli apparecchietti, bisogna sempre trovare i posti dve metterli». Leonardo Righes ha chiuso il 2006 con quest’invenzione, ha aperto il 2007 con un’altra: una presa elettrica di nuova concezione. «Può essere estratta dal supporto tradizionale e usata liberamente. Meno ingombro. Utile, per esempio, se si deve posizionare un mobile. E si arriva a 6 spine al posto delle solite due». Ce la farà a vederla sul mercato? «A Vicenza sono molto interessati. Però hanno detto che aspettano di vedere il prodotto sul mercato». Bella forza, son capaci tutti. Stessi problemi per Jessica De Rocco , di Feltre (ma originaria di Arsiè). Bella invenzione, la sua: un generatore elettrolitico di idrogeno e ossigeno portatile ad alta produzione di gas per combustibile e comburente. Serve, spiega Jessica, per le saldature. L’utilità? «Adesso lattonieri o idraulici devono caricarsi di bombole, se proprio non vogliono portarsi sul tetto un generatore elettrolitico da un quintale. Il mio pesa in tutto 15 chili ed è grande come un tavolino. E poi non produce CO2, non inquina, non brucia ossigeno dall’ambiente, non è pericoloso». Jessica De Rocco, liceo linguistico e laurea in economia, non ha trovato un produttore. «Ci spero», dice. «Vero che ci sono agevolazioni per l’imprenditoria femminile, ma i soldi, se te li danno e se bastano, arrivano dopo tre anni. E io come faccio?».
Carlo Corso di Auronzo, autista della Dolomitibus, confessa: «Difficile trovare una ditta, anche se la tua idea è buona. Il problema? L’impresa di solito ha già la sua linea di produzione, dovrebbe modificare la catena di montaggio, e questo costa. Dovrebbe rinunciare in parte al prodotto che già fa per mettere in produzione il nuovo». Carlo Corso ha brevettato uno spazzolino da denti con integrata una piccola penna per poter segnare la data di acquosto dello spazzolino e quella della fine prevista per usura. «Lo spazzolino va cambiato ogni tre mesi», dice Corso. E come funziona? «Ci sono 31 buchi per i giorni e 12 per i mesi, coperti con una plastica trasparente. Con la punta di una penna si indicano le date corrispondenti». Contatti? «Ho provato con una ditta di Padova che ha già un’altra marca». Mettersi a farlo in proprio? «Costa troppo. Solo per lo stampo ci vorranno mille euro». Non è andata in porto neanche un’altra invenzione, 5 anni fa: un ombrello con le lucine ai fianchi delle aste: «Lavorazione complicata, ci voleva troppo tempo», spiega. Due anni fa Corso ha brevettato anche un marchingegno per ritrovare le chiavi di casa o della macchina: «Quante volte capita di dimenticarci dove le abbiamo imbucate? Ho inventato un portachiavi che suona se ci si allontana troppo. Funziona a radiofrequenza. O a tempo». Nessun problema di produzione, invece, per Gian Luigi Tremonti di Lorenzago. Ha già fatto il prototipo della sua invenzione, e adesso sta mettendo in linea i macchinari. Ma lui ha già un’azienda (minuterie per occhiali) ed è sul mercato da 15 anni. Cos’ha inventato? Avete presente quelle fastidiose vitine degli occhiali con montature in metallo che si allentano sempre, con il risultato che si perde la vite e anche la lente? Ecco, lui ha brevettato un sistema di avvitamento anticaduta. «Parto piano, bisogna vedere come si sviluppa il mercato», dice. E’ in fase di avvio, punta a presentare il nuovo prodotto alla Mido. «Come mi è venuta l’idea? A forza di sentire i reclami degli ottici».
L’idea a Gianantonio Bona , artigiano e commerciante di Tambre, è venuta invece andando a caccia. Se si perde il cane?, deve essersi chiesto. E se mi perdo io, come mi trovano tra le montagne? Detto, fatto. Insieme all’ingegner Antonio Bortoluzzi, della Global Automation Planet di Paludi, ha messo a punto un sistema Gps per individuare il movimento di persone, animali, ma anche cose. Però le applicazioni vanno ben oltre la caccia. Si pensi solo al movimento dei pacchi postali, si può sapere in ogni istante dove si trovano. O agli usi in marina. Presentato il brevetto, adesso Bona è passato alla fase operativa. Ovvero al prototipo e al collaudo. Gabriele De Bettio di Limana, appassionato di bicicletta, ha trovato un sistema nuovo per dimezzare il tempo di sostituzione della ruota in caso di foratura. Il suo brevetto si chiama «Bloccaggio rapido della ruota della bicicletta». L’utilità è per chi fa agonismo, non per i ciclisti della domenica. E’ come per le auto di formula uno che si fermano ai box per cambiare le ruote, dove una frazione di secondo guadagnata può valere la gara.
Argomenti:invenzioni
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