Brandisce zucchine contro la vicina condanna a 20 giorni

LA VALLE AGORDINA. Vicine di casa. Una litigata a La Valle Agordina, che ha avuto il suo momento più pesante e anche curioso con due zucchine puntate sotto il collo di Monica De Col, mentre era in macchina e il tentativo di registrarne le conversazioni con un dispositivo formato mp3, sistemato su un cespuglio, al confine tra le due proprietà. Ada Pramaor e il figlio Antony Cervo dovevano rispondere di violenza privata e tentata interferenza illecita nella vita privata. La donna, che era già stata condannata per ingiurie e minacce, deve aggiungere a questo 20 giorni di reclusione e il pagamento delle spese con la sospensione condizionale, più mille euro di risarcimento danni e millecinquecento per la costituzione di parte civile della parte offesa con l’avvocato Giuseppe Triolo.
L’uomo, invece, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. Alla fine della sua requisitoria, il pubblico ministero Sandra Rossi aveva chiesto al giudice Domenico Riposati quattro mesi per lei e sei per lui, mentre l’avvocato difensore Francesca Larese aveva puntato sull’assoluzione, al limite il minimo della pena, cercando di dimostrare che la violenza privata non c’è stata. Anche perché tutto è durato pochi minuti. Infine la parte civile si era concentrata molto sulla registrazione delle conversazioni private, arrivando alla conclusione che allora si potrebbe registrare tutto, senza commettere alcun reato: «Eppure l’mp3 era acceso e stava registrando».
Ma è stata la scena del litigio, nella frazione di Fades o dintorni. De Col sta tornando a casa in auto, quando si vede sbarrare la strada da Pramaor. Abbassa il finestrino e dice «spostati che devo andare a casa», ma la vicina non solo non la fa passare, ma l’affronta, infilando le mani con due zucchine nell’abitacolo, minacciandola di picchiarla. A monte di tutto c’era stata una discussione per dell’erba da spostare. Uno dei tanti motivi di attrito tra confinanti.
In un secondo momento, Cervo colloca questo registratorino sulla siepe. Durante le loro indagini i carabinieri lo trovano con la spia rossa accesa, mentre prende nota dell’audio. A giudizio di accusa e parte civile, poco importerebbe se costa meno di 20 euro ed è un modello base tutt’altro che sofisticato. Il reato di interferenza illecita nella vita privata altrui ci starebbe tutto, anche se non si sa cosa abbia registrato il microfonino interno e, invece, Riposati è uscito da una camera di consiglio abbastanza lunga, visto il caso discusso e ha pronunciato una sentenza per certi versi anche sorprendente, senza per questo volerla commentare. Cervo è stato assolto, mentre la madre ha questi 20 giorni con la condizionale, più i danni e le spese.
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