Botte e maltrattamenti: condannato marito violento

Sicuro che la moglie avesse l’amante, saliva sul tetto per cercare di fotografarlo. La donna, invece, gli era fedele e l’aveva assistito a lungo nei momenti di maggiore difficoltà. Eppure aveva dovuto sopportare maltrattamenti e lesioni che sono costati all’imputato una condanna a un anno e sei mesi di reclusione, due anni di divieto di avvicinarla a meno di 500 metri e 10 mila euro di risarcimento.
Il Tribunale di Belluno ha tenuto conto del vizio parziale di mente rilevato dallo psichiatra Kirn e del fatto che l’imputato non si trova più in Italia, dopo che il pubblico ministero Tollardo aveva chiesto due anni e dieci mesi e la parte civile Ribecco 20 mila euro di danni. La difesa Alpagotti, invece, puntava all’assoluzione o al minimo della pena, anche sulla base dell’incensuratezza e dell’invalidità al 75 per cento del suo assistito che, pur albanese, è anche cittadino italiano.
Fino al 2017, l’uomo era stato seguito dai Servizi sociali e la moglie gli era sempre rimasta accanto. Negli anni successivi la situazione è cambiata in peggio e la donna ha cominciato ad allontanarsi, viste le violenze subite. Gli episodi di maltrattamenti erano anche venti in un mese; capitava anche che lui la colpisse dopo un rapporto intimo per buttarla già dal letto in segno di totale disprezzo e c’erano anche delle violenze psicologiche, alle quali avevano assistito i tre figli avuti dalla coppia. Inevitabile la richiesta di separazione, che è stata ottenuta.
Dopo la discussione, erano attese delle repliche da parte della Procura, che non ci sono state e i giudici Coniglio, Velo e Cittolin sono usciti dalla camera di consiglio con la condanna: una pena sensibilmente più bassa, rispetto a quella richiestaGIGI SOSSO
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