Botte al Pasquer, serve un testimone

L'imputato ribalta la ricostruzione della rissa con calci al volto e pugni «Sono stato aggredito con una spranga e mi sono soltanto difeso»
L’aula del giudice di pace
L’aula del giudice di pace
 FELTRE.
Da una parte, la persona offesa sostiene di essere stato colpito con una raffica di pugni e dei calci al volto, stile arti marziali. Dall'altra c'è l'imputato che fornisce una versione completamente diversa: dopo essere stato aggredito con una spranga, ha raccontato ieri nell'aula del giudice di pace, si sarebbe difeso. Per fare chiarezza, il Pm Gisella Sciacca ha chiesto di ascoltare la testimonianza della donna presente ai fatti quel 3 aprile 2009, appena fuori dalla fiaschetteria La Vigna al Pasquer e il processo è stato rinviato al 5 ottobre.  Il caso incentrato sull'accusa di lesioni che vede alla sbarra G.S.L. (difeso dall'avvocato Martino Fogliato), si tinge di giallo, attorno a due racconti discordanti in molti punti. Ma è meglio fare un passo indietro per fare ordine. Nella precedente udienza, la persona offesa G.F. (difeso dall'avvocato Michela Bagattin) diceva di aver speso 9 mila euro per le protesi dentarie rese necessarie dopo i colpi subiti.  L'imputato invece, ha dato una diversa ricostruzione: «Quella sera mi trovavo all'interno del locale e chiacchieravo con la moglie del titolare, quando è entrato G.F. con una donna. Si sono seduti e visto che parlavano a voce molto alta ho chiesto loro di abbassare il tono», ha esordito. «All'uscita, G.F. mi ha detto "coglione testa di cazzo", quindi ho domandato la motivazione dell'insulto. Non mi ha risposto, si è diretto velocemente alla macchina, ha aperto il bagagliaio e lì ho sentito un lamento seguito da una bestemmia. Poi è tornato verso di me tenendo in mano una sbarra rotonda e con la bocca sanguinante, che credo abbia sbattuto sul cofano posteriore dell'auto. Mi ha colpito a una spalle e al naso, tanto che ho iniziato a sanguinare», ha aggiunto. «Ho cercato di allontanarlo, colpendolo sulla mano che teneva l'arnese. E' iniziata la colluttazione e ci siamo colpiti a vicenda». In più, la bottiglia di vino acquistata dalla coppia è un altro elemento che non combacia: «La teneva la donna» secondo l'imputato, mentre nell'altra versione sembra che ce l'avesse la persona offesa. Quanto alla spranga, prima non compariva. (sco)

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