Bossi fa tappa a Belluno: "Mi porta fortuna"
Reduce dalla "cena degli ossi" a Calalzo, accompagnato solo dalla scorta, Bossi si è fermato una ventina di minuti al Caffé Manin per prendere un caffè e una Coca-Cola, sua bevanda preferita

Umberto Bossi in piazza dei Martiri a Belluno
BELLUNO. Blitz in centro a Belluno per Umberto Bossi. Sulla via del ritorno dopo la due giorni a Calalzo di Cadore, per la 'cena degli ossi' con Giulio Tremonti, il capo del Carroccio non ha voluto rinunciare alla tradizionale tappa in piazza del Martiri, nel cuore del Comune arroccato sulle Dolomiti.
Accompagnato solo dalla scorta, Bossi si è fermato una ventina di minuti al Caffé Manin per prendere un caffè e una Coca-Cola, sua bevanda preferita.
''Vengo sempre, perché mi porta fortuna'', ha detto a chi gli è andato incontro per fare gli auguri di 'buon anno'.
Tra coloro che si sono avvicinati per stringergli la mano, farsi una foto, o chiedergli di ''portare a casa il federalismo'', molti bellunesi, ma anche una coppia di Favara, il paese d'origine della moglie Manuela.
Umberto Bossi traccia il bilancio della 'due giorni' a Calalzo di Cadore e della 'cena degli ossi'
con Giulio Tremonti e gli altri leghisti, ''rito anti-rottura'' ormai divenuto tradizione. ''Con Giulio siamo amici, quindi diventa tutto più facile'', ha detto il leader leghista lasciando il Cadore.
''Alla fine non litighiamo mai - ha continuato -, riusciamo a trovare l'accordo. Questo è il senso delle cose. Abbiamo dei riti che sono antirottura, nel giro di un anno ci sono cinque o sei incontri automatici. E quindi sono degli spazi da sfruttare, fin quando li abbiamo riusciamo a trovare o mantenere l'equilibrio''.
Oltre a Bossi e Tremonti, alla cena di martedì, all'Hotel Ferrovia di Calalzo, erano presenti il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, il vice ministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli, l'ex sottosegretario, Aldo Brancher, il figlio di Bossi, Renzo, poi Massimo Ponzellini, presidente di Bpm e Impregilo, Angelo Maria Petroni, consigliere Rai, il governatore del Veneto Luca Zaia e il segretario nazionale della Lega in Veneto, Gian Paolo Gobbo.
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