Boscaiolo prende otto mesi per l’incendio

Mel. Il dipendente di una ditta incaricata dall’Enel del disboscamento intorno alle linee è stato condannato in abbreviato
Di Gigi Sosso

MEL. Il boscaiolo provocò un incendio. Un abete finì sui cavi elettrici e, in mezzo alle fiamme, mancò anche la corrente, nella zona di Mel. B.Z., un 37enne di origine macedone e residente a Viterbo è stato condannato in abbreviato a otto mesi di reclusione per il reato di incendio colposo. Era il caposquadra della Umbra servizi di Perugia, una delle aziende incaricate dall’Enel del disboscamento necessario in prossimità della linee elettriche.

Quel 5 marzo dell’anno scorso l’imputato stava tagliando dei tronchi insieme agli altri operai del suo gruppo, per mettere in sicurezza la distribuzione di energia, quando un abete ha travolto un cavo che è atterrato, scatenando un incendio e provocando un black out. Una caduta inattesa o un taglio fatto male, di sicuro è successo quello che si teme possa succedere quando la neve accumulata sui rami è talmente pesante da provocare il cedimento della pianta, con tutto quello che può significare. Ecco perché c’è una distanza minima da osservare e l’ente nazionale dell’energia elettrica chiama delle ditte esterne specializzate nell’uso di accette e motoseghe.

Il fuoco si è mangiato 4.500 metri quadrati di prato e piante e i vigili del fuoco ci hanno messo quasi tre ore per domarlo e riportare tutto alle condizioni precedenti. Al buio un centinaio di utenze. La procura della Repubblica contestava all’uomo il fatto di non aver adottato il necessario sistema di ancoraggio della pianta, questo il succo dell’imputazione. C’era già stata un’udienza preliminare, davanti al gup Sgubbi e al pubblico ministero D’Orlando, nella quale l’avvocato d’ufficio Lise aveva chiesto un breve rinvio, per valutare la possibilità di un rito alternativo al dibattimento in aula.

L’abbreviato è stato discusso nel primo pomeriggio di ieri e tutto si è svolto sulle carte della pubblica accusa, senza bisogno di sentire dei testimoni e con la possibilità di ottenere uno sconto di un terzo sulla pena prevista. D’Orlando ha chiesto otto mesi di reclusione, mentre la difesa ha cercato di avere qualcosa di meno, perché in fondo non è che il danno sia stato rilevante: si parla, al massimo, di 300 euro. Il black out si è verificato, ma è stato breve e non avrebbe causato danni rilevanti agli zumellesi coinvolti. Il giudice Sgubbi ha avuto bisogno di pochi minuti di camera di consiglio, per decidere, e ne è uscito con una condanna agli otto mesi richiesti.

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