Borgo Valbelluna sprona i Comuni bellunesi: canoni idrici per sostenere le case di riposo

Approvato all’unanimità un ordine del giorno sul futuro dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. «Servono iniziative forti degli enti bellunesi»

La casa di riposo di Mel di Borgo Valbelluna
La casa di riposo di Mel di Borgo Valbelluna

Garantire più risorse alla rete dei servizi residenziali bellunesi  per gli anziani non autosufficienti utilizzando  i canoni idrici per assicurare un futuro sereno all’assistenza in montagna. Lo chiede l’ordine del giorno approvato all’unanimità ieri sera, giovedì, dal consiglio comunale di Borgo Valbelluna e che punta ad aprire un dibattito in tutto il Bellunese sul futuro delle case di riposo.

 

Un ordine del giorno, sottolinea l’amministrazione del sindaco Stefano Cesa, «che prende le mosse da quella che è la sempre più critica situazione delle Rsa in provincia di Belluno. Il nostro territorio è infatti gravato da alcune specificità che vanno ad impattare fortemente sulla sostenibilità delle rette alberghiere e che lo differenziano dal resto della regione Veneto. Per citarne alcune: l’indice di vecchiaia, molto più elevato del resto della regione, che determina anche la richiesta di maggiori posti letto per non autosufficienti; la difficoltà di reperire personale qualificato e fidelizzarlo, soprattutto se proveniente da fuori provincia, che ha portato a stipulare contratti di lavoro spesso molto onerosi per le strutture; gli alti costi fissi di gestione, tra cui ad esempio i costi di riscaldamento o connessi alle difficoltà logistiche».

 

Nonostante ciò, sottolinea l’amministrazione di Borgo Valbelluna, «la media dell’importo giornaliero delle rette alberghiere risulta la più bassa del Veneto (con impegnativa di residenzialità 55,09 euro contro i 63,99, senza 84,01 contro i 91,03 - il costo effettivo stimato per la struttura per un posto letto si aggira tra i 110-120 euro). A ciò va ad aggiungersi la scelta di modificare il sistema di finanziamento da parte della Regione, che ora utilizza il sistema della “budgetizzazione”, stabilendo un budget per ogni struttura, che ha però come riferimento un indice di copertura con impegnativa di residenzialità pari all’87% dei posti letto rispetto al totale dei posti accreditati. Tale scelta avrà come conseguenza l’onere per le famiglie di accollarsi il costo della retta privata, costo che potrebbe ricadere poi anche sui Comuni ai sensi dell’articolo 4 della legge 328/2000 (sistema integrato interventi e servizi sociali)».

 

Per continuare a garantire la sostenibilità delle Rsa sono necessarie risorse aggiuntive continuative stimate di 5,5 milioni di euro annui. «Sappiamo che la rete delle Rsa è un presidio indispensabile. Mantenere un adeguato livello di servizi, prestazioni, cure e sollievo alle famiglie deve essere obiettivo prioritario e responsabilità condivisa da tutti i Comuni della Provincia, non solo dei Comuni che hanno una Rsa nel proprio territorio», afferma l’assessora alle Politiche sociali, Chiara Cesa. «Non si può inoltre dimenticare che le strutture sono spesso di costruzione datata e necessitano di interventi di adeguamento e messa in sicurezza sismica, riqualificazione energetica e di adattamento alle nuove necessità assistenziali di una popolazione sempre più anziana e fragile».

 

Proprio per questo motivo, l’amministrazione di Borgo Valbelluna, con il supporto di tutto il consiglio comunale, ritiene che sia opportuno promuovere, di concerto con gli altri Comuni della provincia, iniziative forti e coordinate verso la Regione e gli altri enti competenti, per rivendicare risorse adeguate e il riconoscimento della specificità montana del territorio, anche valorizzando in modo stabile gli extra canoni idrici derivanti dalla monetizzazione integrale della fornitura gratuita dell’energia elettrica.

 

Con l’ordine del giorno si richiede inoltre la copertura del fabbisogno teorico dei posti letto con impegnativa di residenzialità, con una conseguente revisione dei criteri di finanziamento e la messa a disposizione di risorse dedicate e stabili per l’adeguamento sismico e l’ammodernamento funzionale delle strutture residenziali per anziani.

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