Borgo Stracadon torna a vivere

Ad aprire ieri la rassegna “Chies e le sue montagne” giro per il paesino e visita al suo vecchio mulino

CHIES D’ALPAGO. Alla riscoperta dell’antico borgo di Stracadon tra frutteti e leggende misteriose. Nella prima giornata della sua 12ª rassegna, “Chies e le sue montagne” ha fatto conoscere agli studenti delle scuole di Lamosano l’insediamento intorno al vecchio mulino sul torrente Funesia. Dopo l’inaugurazione di venerdì, con la sala del teatro della Gioventù a Puos gremita di gente da dentro e fuori provincia, riunita intorno al ricordo di Maudi De March, Andrea Zanon e David Cecchin, precipitati sul Cridola l’anno scorso, ieri mattina la compagnia teatrale Sequeris ha messo in scena nel paesino nei pressi di Lamosano, abbandonato ormai da mezzo secolo, la “Leggenda del Monte Teverone”, una divertente pièce di battibecchi tra streghe e anguane e di buoni consigli dell’alchimista, che ha fatto divertire un centinaio di ragazzi e più di qualche adulto, accompagnata dalla cornamusa di Sandro Del Duca.

In questo piccolo borgo, sommerso quasi dalla vegetazione e da alberi cresciuti per mezzo secolo, funzionava il mulino che macinava il grano e il frumento di tutto l’Alpago. Una sorta di oasi soleggiata dove tra vigne, ciliegi, peschi e meli crescevano anche i meloni e le angurie, grazie a un microclima particolare particolarmente mite. Vi abitavano cinque famiglie in sei o sette case di pietra, «36 anime in tutto», come ha ricordato Carlo De Battista, nato proprio a Stracadon, e sindaco di Chies dal 1975 al 1990: «Gli ultimi ad andare via siamo stati noi nel 1963, ma il mulino era stato chiuso già nel 1951. Mi ricordo che l’acqua era così abbondante e pura che per berla la raccoglievamo direttamente dal torrente». E dal borgo di Stracadon, la rassegna si è poi trasferita a Chies, dove è stato inaugurato insieme all’amministrazione comunale, che sostiene e collabora con la rassegna, il quindicesimo murale che adorna le case del paese, intitolato “Teverone”.

L’opera, realizzata in una settimana di lavoro dall’artista di Mel, Walter Bernardi, ha trovato accoglienza sulla facciata di una casa, grazie alla disponibilità dei suoi proprietari, ed è stata intonacata, pronta per essere dipinta, da due volontari. Volontari che rappresentano l’anima di questa manifestazione dedicata al mondo verticale e ai suoi “cavalieri”, e che si propone contestualmente «di valorizzare il territorio dell’Alpago e di far conoscere storie e personaggi dei territori montani», ha spiegato Gianluca Dal Borgo che fa parte del comitato “Chies e le sue montagne”, «se un tempo ci voleva un grande personaggio per attirare il pubblico, con una spesa conseguente, ora in questo contenitore anche le storie semplici che raccontano questi luoghi e questo territorio, richiamano un grande interesse e creano condivisione».

I prossimi appuntamenti con “Chies e le sue montagne”, che si concluderà domenica 3 novembre a Funes con la visita guidata alla galleria del monte Teverone, prevedono oggi l’attesa gara podistica in Val Salatis, quindi martedì 22, al bar da Giosuè a Codenzano, un omaggio alle vittime della tragedia del Vajont: “Vajont per non dimenticare. 50 anni fa”, con Andrea De Cesero.

Ezio Franceschini

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