Bimbo scosso, manca un sintomo
CADORE. Una caduta dal divano? Può anche essere, secondo il consulente della difesa Paolo Curato: il neuropsichiatra infantile ha escluso la “sindrome del bambino scosso” nel piccolo cadorino. Altissima probabilità che sia cascato da un’altezza di mezzo metro e atterrato sul legno, secondo il perito sono improbabili invece scuotimenti violenti e ripetuti almeno tre volte, dei quali è accusata la madre.
Il capo d’imputazione contesta alla donna maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate fino al 18 febbraio di due anni fa. Il pm Marcon, che aveva prodotto la perizia del proprio consulente invece di ascoltarlo in aula, ha chiesto che il tribunale ne nomini a sua volta uno e il giudice Scolozzi si è riservata.
La shaken baby syndrome richiede la presenza di tre sintomi, a sentire il professore dell’università di Roma Tor Vergata: ematoma, emorragia ed encefalopatia. Ebbene: manca quest’ultima. Sicché non si capisce come siano arrivati a questa diagnosi così pesante i medici di Treviso. I sanitari del Ca’ Foncello avevano certificato «ematoma intracranico sottodurale acuto, emorragie retiniche bilaterali, estesa falda di ematoma subdurale spinale» per una prognosi superiore ai 40 giorni».
Fra l’altro, si parla di un bambino che aveva 17 mesi e pesava 12 chili. Molto difficile che la madre (avvocato Casciarri) possa avergli provocato tutti questi problemi, premesso che a distanza di tempo il bambino sta benissimo e, all’epoca dei fatti, non aveva mai perso conoscenza ed era stato monitorato per 20 notti. Si era svegliato una sola volta. Il pm ha posto a sua volta delle domande e, alla fine, ha chiesto un terzo perito, incontrando l’opposizione della difesa. Il giudice non ha deciso, riservandosi di farlo entro l’udienza del 15 gennaio. (g.s.)
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