Bestemmie spray: due fanno volontariato

I vandali denunciati da Polizia locale e carabinieri hanno ottenuto la sospensione del processo per messa alla prova

BELLUNO

Bestemmie di vernice rossa. Per cancellare il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui dalla loro fedina penale, Faiz Ur Rehman Raja e Manuel D’Incà faranno volontariato fino a ottobre, dopo aver cancellato le scritte fatte con lo spray sul muro posteriore del palazzo delle Poste e sul cofano di una macchina parcheggiata, solo per citarne due. Gli avvocati di fiducia Crepaz e Ponti avevano chiesto la sospensione del processo per messa alla prova e il giudice Angela Feletto ha fissato l’udienza di verifica per il prossimo autunno.

Se i lavori di pubblica utilità saranno stati fatti come si deve, il reato sarà dichiarato estinto e non ne rimarrà traccia nel casellario giudiziario. Non è dato di sapere dove e come si svolgeranno, ma il programma viene concordato con l’Ufficio per l’esecuzione penale esterna di Venezia e l’ente è convenzionato con il Tribunale. Ad esempio, il Comune di Belluno.

Nella notte tra il 14 e il 15 aprile di tre anni fa, c’è stato un raid per le vie del centro storico di Belluno. I due giovani sono accusati di aver imbrattato la parete di un edificio storico di piazza del Mercato, sul versante che guarda via Catullo; la parete della boutique Manzoni di via Roma; il muro posteriore dell’ufficio centrale delle Poste di piazza Castello e il cofano della Seat bianca di una privata cittadina. Bestemmie e anche la firma di un writer. Quella che in gergo si chiama tag e popola tantissimi muri cittadini e non solo nel centro.

L’operazione di identificazione dei due indagati si è svolta in collaborazione fra i carabinieri di Belluno e la Polizia locale, che da sempre sono impegnati nel contrasto al vandalismo. Militari e agenti hanno visionato le immagini delle telecamere della videosorveglianza urbana, oltre che sentire alcuni testimoni oculari, perché i due ventenni avevano avuto un diverbio in un bar poco prima di mettersi a colorare con la vernice tutto quello che è capitato loro a tiro. Raja, che è di origine pakistana ma vive da anni a Belluno e il bellunese D’Incà sono stati chiaramente ripresi dagli occhi elettronici, mentre stavano entrando in un bar del centro. Qui hanno avuto qualcosa da ridire con degli altri clienti, che in seguito hanno dato la loro versione dei fatti alle forze di polizia. Dopo la discussione, i due ventenni sono usciti dal locale e hanno cominciato a imbrattare muri e auto in sosta in maniera blasfema. Le scritte sono state scoperte la mattina successiva, e immediatamente sono scattate le indagini.

I muri sono stati ripuliti dalle scritte, anche a cura dei proprietari delle strutture, con la collaborazione dell’Impresa Restauro conservativo Fiorin. Mentre può ancora capitare d’incrociare la Seat con il cofano imbrattato. Ci vorrà l’intervento di un carrozziere, per eliminare quella bestemmia scritta di fretta e almeno parzialmente ricoperta con del nastro adesivo bianco. —



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