Beniamino Dal Fabbro uno spirito libero tra i letterati bellunesi

Un ottobre dedicato interamente all'artista poliedrico per ricordare il centenario della sua nascita
Beniamino Dal Fabbro
Beniamino Dal Fabbro
Un ottobre dedicato ad «uno spirito indipendente mai condizionato da nessun fattore», un mese di incontri per conoscere Beniamino Dal Fabbro. In occasione del centenario della nascita dello scrittore, la Biblioteca Civica e il Comune di Belluno, nell'ambito di un accordo di programma con la Regione Veneto, promuovono una serie di iniziative volte alla scoperta di uno dei personaggi bellunesi più discussi, poliedrici e, allo stesso tempo, sconosciuti del Novecento italiano.
 I primi incontri saranno dedicati alla lettura di testi dello scrittore bellunese di nascita, per far conoscere la sua prosa e la sua poesia ricche di riferimenti a Belluno, sua città natale.  Il 20 ottobre, infatti, al Caffè Commercio, alle 18, Sandro Buzzatti riproporrà brani tratti dal libro "Lettere a un provinciale", riflesso della storia bellunese dagli anni '40 agli '80.  Piccante ed ironico lo scrittore cita fatti e persone realmente esistenti nella Belluno del tempo.  Il 23 ottobre, invece, nella piazzetta dietro il campanile del Duomo alle 21, si terrà la seconda lettura, a cura di Annarita Capraro. Le tematiche saranno tratte dal romanzo "Gioventù perduta", frammenti della giovinezza bellunese di Dal Fabbro, e dal libro di poesie "Orologi del Cremlino".  Il 28 ottobre alle 18, alla presenza di Gigliola Beratto, compagna di vita dello scrittore, verrà inaugurata una mostra documentaria e fotografica alla Sala Eliseo Dal Pont "Bianchi", intitolata "Beniamino Dal Fabbro, scrittore", come l'artista stesso amava essere definito in virtù della sua maggior passione letteraria.  L'apertura della mostra, che sarà visitabile dal pubblico fino al 14 novembre, sarà anche occasione di presentazione della video-intervista alla signora Beratto, un ritratto vocale alternativo ed umano dello scrittore bellunese.  Il 29 ottobre, infine, sempre in Sala Bianchi alle 9.30, prenderà il via una giornata di studi a lui dedicata con nove interventi da parte di altrettanti letterati provenienti da diverse sedi universitarie italiane e che hanno avuto modo di conoscerlo letterariament parlando.  Il convegno darà l'opportunità di presentare anche il nuovo sito internet dedicato a Beniamino Dal Fabbro contenente informazioni sull'artista ma soprattutto veicolo della nuova biblioteca digitale a lui dedicata.  Circa 50.000 sono state le immagini digitalizzate tratte dall'archivio Beniamino Dal Fabbro della Biblioteca Civica, e che saranno, infatti, consultabili on line. Sarà, quindi, possibile scorrere anche da casa le stesse pagine che lo scrittore scriveva e leggeva.  La Regione Veneto, per l'occasione, ha stanziato 30.000 euro «per appoggiare un Comune che, nonostante i tempi difficili, continua ad investire sulla cultura» dice Loredana Cecchetti, funzionario del settore cultura e spettacolo della Regione del Veneto, «e allo stesso tempo per valorizzare un'iniziativa che arricchisce il patrimonio di una città che altrimenti andrebbe perduto». Un recupero importante.  Il materiale presentato, costituito da lettere, spartiti musicali, registrazioni di concerti da lui tenuti privatamente, disegni e dipinti, ritagli di giornale, sono parte del fondo donato da Gigliola Beratto alla Biblioteca di Belluno a partire dal 2005, e sono espressione della personalità poliedrica di uno scrittore che era anche critico d'arte, traduttore, pittore, musicista e che aveva contatti con vasta parte dei maggiori personaggi del mondo letterario novecentesco.  Beniamino Dal Fabbro, infatti, nasce a Belluno nel 1910 ma vive la sua vita a Milano, tornando a volte fisicamente, molto più spesso col pensiero e nei suoi scritti, alla "provinciale" patria tra i monti a cui sarà legato per sempre da un rapporto dualistico di amore e disprezzo.  Compagna di una vita, testimone di tutte le critiche di cui Dal Fabbro fu autore e oggetto e della sua mai domata libertà di spirito, Gigliola Beratto regala alla Biblioteca e alla città di Belluno, tramite i ricordi di una vita, la possibilità di dare allo scrittore la giusta dimensione che in vita gli è stata negata.

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