Belluno. Se ne vanno due medici. Dermatologia è a rischio

A breve delle tre specialiste presenti nel reparto ne rimarrà soltanto una. L’Anaao: «Da sola non potrà gestire due posti letto e l’attività ambulatoriale»
ospedale san martino
ospedale san martino



Da metà febbraio l’attività del reparto di Dermatologia rischia una battuta d’arresto o quantomeno un ridimensionamento considerevole. Il problema, tanto per cambiare, è la carenza di personale medico.

Entro la primavera, infatti, se ne andranno due delle tre specialiste che oggi si occupano del reparto situato al quarto piano del blocco E del San Martino, lasciando una sola collega a gestire tutta l’attività. Ad oggi l’unità semplice dipartimentale è composta dalla responsabile Pier Anna Dal Mas, affiancata da Nadia Cavlac e Carla Milo: la prima, dermatologa, andrà presto in pensione, mentre la seconda si trasferirà altrove.

Il reparto, che dispone di due posti letto, «con un solo camice bianco non potrà più andare avanti, perché la sola dottoressa Milo non sarà in grado di garantire notti, reperibilità e turni festivi», sottolinea il referente dell’Anaao, Luca Barutta, che denuncia questa situazione. «Così stando le cose, il reparto di Dermatologia è destinato a diventare un mero servizio dermatologico con la sola attività ambulatoriale, visto che i ricoveri non saranno possibili».

Una situazione che, secondo Barutta, richiama da vicino quanto accaduto a Pieve di Cadore con il punto nascite. «Se guardo alla storia della Dermatologia di Belluno, vedo molte analogie con quanto accaduto al punto nascite dell’ospedale Giovanni Paolo I, che è stato volontariamente asfissiato da chi di dovere. La mancanza di medici e forse anche di azioni atte a stimolare l’attrattività da parte dell’Usl, hanno portato a sospendere l’attività del reparto cadorino; lo stesso, se non si dovesse correre ai ripari in tempi brevi, potrebbe accadere anche per la Dermatologia».

Finché il reparto era diretto dal primario Enrico Carrabba i posti letto e i medici erano più numerosi: «Poi, una volta che il medico è andato in pensione, la Regione, con le schede sanitarie, ha deciso di non prevedere più una apicalità per questa attività, trasformandola in unità semplice dipartimentale, dove un medico, senza veder aumentare lo stipendio o il compenso, si assume la stessa responsabilità di un primario», precisa Barutta. «A fare le funzioni di responsabile prima c’è stata la dottoressa Benvegnù, poi la collega Dal Mas, che andrà in pensione a breve. Ora la speranza è che l’unica specialista presente nel reparto non decida di andarsene altrove, altrimenti per Dermatologia sarebbe la fine».

Comunque sia, il reparto, con un solo medico, non potrà essere gestito e così stando le cose le liste di attesa sono destinate ad aumentare. «Anche in ambito ambulatoriale la situazione non è delle migliori», sottolinea Barutta. «Ad oggi anche qui è rimasto un solo medico e, se non dovesse arrivare nuovo personale, la situazione è destinata a complicarsi».

A questo punto l’Usl dovrà correre ai ripari se vorrà scongiurare la sospensione di un altro servizio importante. —



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