Caldo record a giugno, ma oggi nel Bellunese tornano i temporali di calore

L’esperto Cagnati: «Fino a 2.900 metri è pressoché sparito il permafrost». Domenica 29 giugno lo zero termico attorno ai 5 mila metri. Arpav: «Tempo instabile fino a mercoledì»

Caldo, in provincia di Belluno scatta il piano straordinario dell'Ulss
Caldo, in provincia di Belluno scatta il piano straordinario dell'Ulss

«Lo zero termico? Intorno ai 5 mila metri», conferma Gianni Marigo, direttore dell’Arpav di Arabba. Ecco perché domenica 29 giugno alla stazione meteo di Punta Rocca, sui 3.300 metri, la colonnina di mercurio è salita fin quasi a 12 gradi. Il crollo del seracco, il 3 luglio di 3 anni fa, con 11 morti, è avvenuto con una temperatura inferiore, di poco superiore a 10 gradi.

Domenica il Bellunese ha vissuto l’apice del caldo in quota: di tutto il mese di giugno. «In sostanza», ci spiega Marigo, «abbiamo un promontorio di un anticiclone, un’alta pressione che richiama area di matrice nord-africana e quindi siamo stati in presenza di un aumento della temperatura significativo. La cosa più significativa? Senza dubbio, l’afflusso di aria molto calda in quota che appunto ha raggiunto i 5.000 metri».

Da oggi, lunedì 30 giugno, invece – preannuncia il dirigente dell’Arpav – l’alta pressione rimane solida, fino a martedì, mercoledì. Entrando in quota aria meno calda, sarà però accentuata l’instabilità con l’arrivo dei temporali di calore, che potrebbero innescarsi fra oggi, domani e in parte anche mercoledì. Marigo avverte che, rimarrà sempre caldo, però, perlomeno in montagna, ci sarà la possibilità di avere qualche alleggerimento di temperatura.«In particolare la giornata di martedì potrebbe essere un pochino più instabile. E non solo al pomeriggio». Tra mercoledì e giovedì le condizioni sembrano orientate a una nuova maggiore stabilità atmosferica, sebbene qualche fenomeno termoconvettivo non sia da escludere.

Oggi, dunque, su Prealpi a 1500 metri la temperatura oscillerà fra i 17 ed i 20 gradi, a 2000 tra i 14 ed i 17. Sulle Dolomiti a 2000 m, la temperatura varierà fra i 13 ed i 17 gradi, a 3000 fra i 7 e i 10.

Anselmo Cagnati, già coordinatore dell’Arpav di Arabba, oggi in pensione, continua a frequentare le alte quote e in particolare il ghiacciaio della Marmolada. «È evidente che in queste condizioni», dice, «la neve primaverile ancora presente dai 2700-2800 metri rischia di sciogliersi in brevissimo tempo. Fino a una decina di giorni fa resistevano ancora due metri ed è su questo strato che i collaboratori della società Marmolada stendevano i teloni geotessili a protezione della copertura delle piste di discesa, da Punta Rocca».

«Giugno potrebbe essere stato», evidenzia ancora Cagnati, «il secondo mese più caldo, dopo il 2003, da quando è in corso il monitoraggio. Se non è il secondo, sarà il terzo: con il più alto numero di giornate di alta temperatura, quindi una sequenza pericolosissima ai fini della sopravvivenza del ghiacciaio. Il fatto è», rileva Cagnati, »che siamo solo all’inizio dell’estate, per cui queste calure potrebbero continuare».

Ma c’è anche un altro problema che lo studioso constata con preoccupazione: «Si sta esaurendo anche il permafrost sopra i 2900 metri di quota, come sarebbe già avvenuto sul Piz Boè, dove c’è il monitoraggio di questo processo. Ormai permangono solo piccole aree di permafrost verso i 3000 metri e sui versanti a nord, leggermente più freddi».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi