Belluno, il Tar decide sul bando per il miglioramento sismico dell’ospedale

BELLUNO. Sospesa la procedura di aggiudicazione della gara di appalto indetta dall’Ulss 1 Dolomiti per il miglioramento sismico e l’adeguamento antincendio dell’ospedale San Martino di Belluno.
La decisione è del Tar Veneto, che dovrà pronunciarsi (oggi la prima Camera di Consiglio) sulla richiesta di riesame del provvedimento di esclusione venuta dal raggruppamento temporaneo di imprese capitanato da Manelli impresa srl con Eris Srl.
L’appalto, scaduto il 26 gennaio, prevede il miglioramento sismico, l’adeguamento antincendio e la riqualificazione energetica dell’ospedale di Belluno, con la realizzazione anche di un cappotto termico e di cinque torri che serviranno in futuro per la riconfigurazione degli impianti di condizionamento degli edifici. Un intervento da oltre 45 milioni di euro, esclusa Iva. Il progetto esecutivo è della società Artetecnica.
L’appalto risale al dicembre 2021 ed è stato attuato tramite una procedura aperta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee, il sito del Ministero delle Infrastrutture e il sito aziendale.
La gara è molto importante, perché darà un nuovo assetto al San Martino e lo renderà meno energivoro, cosa importante in un momento in cui i prezzi di elettricità e gasolio sono schizzati alle stelle.
Il ricorso al Tar è stato notificato all’Ulss 1 Dolomiti di Belluno l’8 febbraio scorso e l’azienda ha immediatamente dato incarico all’avvocato Vittorio Miniero del foro di Bologna di rappresentarla nel ricorso. La scelta è ricaduta sull’avvocato emiliano, in quanto, oltre ad avere «una comprovata esperienza professionale nella particolare materia oggetto del ricorso», è già a conoscenza dello specifico caso in quanto nominato professionista di supporto all’attività del responsabile unico del procedimento/seggio di gara».
La ditta Manelli, capogruppo del Rti, chiede al tribunale amministrativo di rivedere le carte dell’appalto da cui è stata esclusa. I tempi delle verifiche sono alquanto stretti perché, se la riammissione della ditta ricorrente avvenisse dopo la valutazione comparativa delle offerte tecniche, creerebbe «un grave e irreparabile pregiudizio alla trasparenza e genuinità della gara».
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