Belluno, è caccia agli haters del profilo Facebook della Questura

Hanno pubblicato commenti offensivi dando agli agenti dei “traditori della Patria” contestando i controlli su mascherine e Green pass
G.s.
Il questore Maggese
Il questore Maggese

BELLUNOGli haters hanno i tasti contati. Gli odiatori da Facebook, che hanno inquinato il profilo della Questura di Belluno con commenti offensivi, risultano formalmente indagati.

Lo scorso 28 gennaio qualcuno aveva usato il proprio nome e cognome per dare agli agenti dei «traditori della Patria» e augurare a quelli del Servizio di sicurezza e soccorso in montagna di «spaccarsi tutte le ossa». Qualcun altro ha utilizzato un soprannome, ma non sarà difficile risalire all’indirizzo del loro computer dal quale è partito il commento. Potrebbero dire al massimo che è stato un amico, una tesi peraltro difficile da credere.

Era stato il Sap (Sindacato autonomo di polizia) a segnalare la questione al questore Giuseppe Maggese e la risposta è arrivata a stretto giro di posta elettronica: «Stiamo facendo degli accertamenti e, quando avremo individuato sia gli autori che i relativi profili di colpa, prenderemo tutti i provvedimenti necessari».

La fase è ancora quella preliminare. Gli utenti dall’offesa facile contestano i tanti controlli su mascherine e Green pass, ma non è per niente matematico che questi odiatori facciano parte del mondo dei no vax e dei no Green pass.

Comunque, ci sono delle indagini in corso, che peraltro non si presentano complicatissime. Non servirà una grande operazione d’intelligence, ma la normale procedura che si segue quando qualcuno si sente offeso da qualcun altro che invade la sua bacheca e presenta una querela.

Non è ancora sul tavolo un’ipotesi di reato ufficiale, ma le opzioni sarebbero tre: diffamazione aggravata dal mezzo planetario utilizzato, oltraggio a pubblico ufficiale e vilipendio delle forze armate. La più probabile è la terza e l’articolo 290 del Codice Penale la punisce con una multa che va dai 1.000 ai 5.000 euro.

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