Batoste da 5 mila euro per le pizzerie

BELLUNO. Confcommercio teme la Tares. Specie dopo la simulazione effettuata a livello nazionale. Una serie di calcoli che ha portato a risultati da brividi, specie in quei Comuni dove si passerà dalla Tarsu alla Tares, senza aver provato la Tia.
Particolarmente colpiti bar, ristoranti, pizzerie, ristoranti, pescherie, fiorerie e negozi di ortofrutta. Ecco qualche esempio della simulazione Ascom: in alcune regioni, una pizzeria di 200 metri quadrati, passando da Tarsu a Tares, si troverà a pagare qualcosa come 4.700 euro a fronte degli 800 spesi lo scorso anno; negozi di ortofrutta, pescheria, fiori e pizza al taglio sui cento metri quadrati passeranno da 400 a 3 mila euro; bar e pasticcerie di cento metri quadrati dai 400 ai 1.690 euro.
«La Tares», tuona il presidente Franco Debortoli, «è una sorta di patrimoniale, perché il commerciante si troverà a pagare in base ai metri quadrati del proprio locale e non in base al servizio offerto. Per noi sarà una mazzata, con i costi fissi che in certi casi supereranno i ricavi. Nel 2012 abbiamo assistito alla chiusura di tanti piccoli negozi, punti di riferimento storici per chi vive nei paesi di montagna. Bene, se tanto mi dà tanto, nel 2013 la musica potrebbe anche peggiorare».
Il direttore Luca Dal Poz rincara la dose: «La Tares ci spaventa, vista anche la crisi dei consumi. L’introduzione di questa tassa potrebbe mettere in ginocchio i piccoli negozi, con gli esercenti messi nelle condizioni di gettare la spugna. E non dimentichiamoci della vergognosa vicenda dei canoni Anas, con conti da 10 mila euro recapitati ad alberghi e ristoranti». (frasal)
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